C’era una volta a Roma, sarebbe stato un titolo calzante per l’ultima fatica di Stefano Sollima, il quale torna, dopo la parentesi oltreoceano (SICARIO: Day of the Soldado e WITHOUT REMORSE), a chiudere un cerchio criminale simbolico e temporale nella città eterna. ADAGIO è un poliziesco drammatico, cupo e crepuscolare, una pietra tombale sulla criminalità della capitale del passato, bene evidenziata in ROMANZO CRIMINALE e SUBURRA, opere che hanno segnato e marcato dei confini ben chiari del nuovo filone criminale e poliziesco italiano degli ultimi 15 anni.
Roma. Dei carabinieri corrotti ricattano un ragazzo, costringendolo a girare un video destinato a diffamare un personaggio noto. Questo porterà a galla mondo e figure di un passato criminale lontano, ormai in ‘pensione’, costringendo questo a lottare selvaggiamente per salvare un ragazzo figlio di quel mondo ma incapace di ritagliarsi uno spazio in quello attuale. Il tutto avviene mentre il mondo attorno alla capitale brucia e i continui blackout costringono i romani a vivere in un mondo destinato alla paura e all’oscurità …
Sollima presenta figure più intime, deboli, decadenti e sofferenti rispetto a quelle roboanti e forti del passato, evidenziando quanto il crimine porti solo alla disperazione personale, attraverso un ritmo più da noir d’annata che da action movie recente, non disdegnando al tempo stesso scontri a fuoco e verbali da cineteca. Dopo un inizio, volutamente, confuso e caotico, emergono delle figure strutturate a meraviglia, esaltate alla grande da convincenti attori navigati, come Pierfrancesco Favino (Cammello), Toni Servillo (Daytona), Valerio Mastandrea (Polniuman) e Adriano Giannini (Vasco), con quest’ultimo destinato a diventare il migliore del lotto e che finirà anche per essere l’anima trascinante, oscura ed estrema dell’intera pellicola. Se il passato di questi criminali datati appare come un ricordo svanito in tempi lontani, il loro presente è avvolto in un limbo nebuloso e stanco, caratterizzato da una cornice quasi apocalittica, fatta di fumo, fuoco e cenere. Se i tempi per alcuni cambiano, la corruzione a tutti i livelli sociali e istituzionali non muore mai, trovando sempre nuove pelli da scuoiare e sacrificare. Se in apparenza questo filone appare un luogo sicuro per Sollima, e dove rende sicuramente meglio come autore, la volontà di mutare e cambiare si avverte nella componente più drammatica e psicologica, trascinando nel finale chi ha sempre vissuto nell’oblio criminale nello stesso destino catacombale. A chiudere il cerchio le solide musiche dei Subsonica, autori della colonna sonora, perfetta simbiosi stridente con quanto visionato. Pur un gradino sotto al capolavoro assoluto di SUBURRA, ADAGIO è un crime movie di pregevole fattura, forte di personaggi e atmosfere difficilmente dimenticabili a fine visione. Promosso!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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