L’ultimo lavoro Tetsuji Takechi, padre del genere ‘pinku eiga’ (noto anche con il titolo CAPTURED FOR SEX), sequel (DAYDREAM del 1981) di un omonimo remake del 1964, sempre ad opera di Tetsuji Takechi, è una bomba assurda e delirante unica nel suo genere (esclusi i due capitoli sopra citati). Ad aumentare la confusione, negli anni ’80 vedono la luce due film S&M dal medesimo titolo, CAPTURED FOR SEX 1&2, per nostra fortuna riconoscibili per la trama differente.
La storia iniziale segue una ragazza, Sakae, che sta cercando disperatamente un dentista per un dolore ad un dente. Incontra lungo la strada Shinkichi, un ragazzo che le dà un passaggio presso uno studio dentistico di sua conoscenza.
Un film giapponese di serie B fino al midollo, capace di frullare delirio, sesso, S&M, erotismo, perversioni, mondi paralleli surreali e fantasia senza limiti, fregandosene del senso e del limite, liberando fantasie ed immaginazioni assurde e stupefacenti. Visioni dantesche alternate ad altre deliranti in stile SpongeBob, scene ad alto tasso erotico (purtroppo offuscate e censurate da una fastidiosa nebbiolina) abbinate ad altre S&M e con mirabolanti torture, ci permetteranno di godere nonostante il valore effettivamente scarso di recitazioni (per fortuna le battute sono solo 150 in totale), ripagato anche da brillanti da sovrapposizioni d’immagini e situazioni erotiche abilmente mascherate, evitando così la suddetta censura ridicola. Frizzante e weirdissimo gioiellino made in Japan, imperdibile per gli amanti del genere ‘pinku eiga’ più illogico. Vedere per credere! VALUTAZIONE 7,5/10
H.E.