DEAD MAIL (2024) di Kyle McConaghy & Joe DeBoer

Il fascino vintage e retrò degli anni ’80 trova forza trainante e vigore estetico in questo nuovo horror americano marchiato Shudder. Con rimandi a pellicole più o meno note come CENSOR, RENT-A-PAL e soprattutto il cinema grottesco e malsano di Peter Strickland, in particolare BERBERIAN SOUND STUDIO e IN FABRIC, Kyle McConaghy e Joe DeBoer confezionano un thriller basato su una presunta storia di cronaca nera realmente accaduta, anche se in effetti non si trova nulla di concreto in rete su quanto narrato.
USA, metà anni 80. In un ufficio postale arriva una strana e stracciata lettera sporca di sangue con una richiesta d’aiuto. Inizialmente presa sottogamba, questa si rivelerà vera, scoperchiando un vaso di pandora di sintetizzatori, ossessioni e passati oscuri dove morte, invidia e gelosia saranno destinati a segnare per sempre la vita dei suoi protagonisti …
Grazie ad una fotografia sporca e sgranata, tesa ad accentuare la visione distorta di un villain torbido e viscido, siamo catapultati, inizialmente in maniera confusa, in un contesto d’annata creato a regola d’arte, dove costumi, trucchi e cromature 80s avvolgono una storia vera o presunta che scava nel profondo di un mondo all’epoca marginale, quello dei sintetizzatori, ma fondamentale nell’immediato futuro. Torture bizzarre, visioni claustrofobiche e cambi continui di protagonisti, permettono di compensare un budget palesemente contenuto, valorizzando al meglio questo horror thriller in salsa noir fondato su situazioni surreali ma crude allo stesso tempo, dove la tensione cresce sempre in maniera costante, fino a raggiungere nel finale risvolti inaspettati e privi di logica.
DEAD MAIL è un piccolo horror riuscito alla grande, in grado di mostrare al meglio un mondo, gli anni 80 meno noti al grande pubblico e quasi mai al centro della scena, lontano dai riflettori ma che ha segnato intere generazioni. Imperdibile! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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