
Spesso non annoverato tra i grandi capolavori più celebrati di Federico Fellini, il suo SATYRICON è sicuramente uno dei più influenti del cinema estremo e grottesco esploso negli anni successivi, non solo italiano. Da Alejandro Jodorowsky (EL TOPO, LA MONTAGNA SACRA) a Tinto Brass (IO, CALIGOLA), da Joe D’Amato (CALIGOLA .. LA STORIA MAI RACCONTATA) a Fernando Arrabal (ANDRO’ COME UN CAVALLO PAZZO) e tantissimi altri, senza dimenticare celebri musical come THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW e JESUS CHRIST SUPERSTAR, questa pellicola ha segnato pesantemente diversi registi dell’epoca, i quali hanno catturato e fatto loro estetica e visione eccessiva, surreale e distorta di quest’opera.
Due giovani romani, Ascilto ed Encolpio, sonno innamorati dell’efebo Gitone. Quando quest’ultimo sceglie di stare con Ascilto, Encolpio prima tenta il suicidio e poi, a seguito di un terremoto, finisce per imbarcarsi in una serie di avventure alla ricerca di Gitone. Tra cene opulente, incontri bizzarri, lussuria, viaggi per nave, combattimenti furibondi e incontri con divinità, Encolpio finirà per sfiorare più volte la morte, senza mai trovare quello che cerca veramente …
La pellicola trae ispirazione dall’opera latina SATYRICON dello scrittore e poeta latino, del I secolo D.C., Gaio Petronio Arbitro.
Un’opera celebre ma frammentaria, definita dal suo stesso autore ‘un film di fantascienza ambientata nel passato’, che viene abilmente raffigurata da Fellini attraverso il suo stile inconfondibile, dove scenografie grandiose, costumi sfarzosi, personaggi unici, spesso fuori dall’ordinario e che spaziano dall’essere dei freak fino al weirdo più assurdo, con sullo sfondo visioni surreali ed eventi ricchi di lussuria, sfarzo e opulenza. Un mondo simil fantasy e dissimile a quello del periodo storico in oggetto, che permetterà di mettere in scena estetiche innovative per l’epoca e sinistri parallelismi con la decadenza contemporanea, dove ricchi mecenati si autoproclamano poeti e protettori della cultura e di conseguenza della verità (Tramalcione nel caso specifico, con un nemmeno troppo velato parallelismo con diversi potenti e onnipotenti dell’epoca) e dove tutto, che si voglia o meno, ruota tutto attorno al sesso e al desiderio dello stesso, attraverso continui simbolismi fallici e di genitali femminili.. Questi saranno continuamente mescolati e intrecciati tra loro, con passioni pansessuali e pederasta, oltre a rappresentazioni di divinità ermafrodite e senza tempo, destinate ad aumentare costantemente la perdita di virilità da parte di Encolpio. Per quanto concerne la violenza e l’eccesso, il film riesce a regalare diversi momenti memorabili, tra amputazioni feroci e decapitazioni, orge lussuriose e oltraggiose, omicidi brutali e violenze anche su animali (si presume finti per l’occasione), vagliati attraverso l’occhio perennemente poetico, grottesco, bizzarro e fantasioso di un Fellini più estremo del solito, influenzato pesantemente anche da visioni artistiche del Caravaggio, piacevolmente sadiche, violente e sanguinarie. Tra le tante partecipazioni, sono da segnalare piccole parti di attori che diventeranno celebri come figura caratterista del cinema italiano negli anni a venire. Da Alvaro Vitali a Ennio Antonelli fino a quella prepotente di George Eastman, indimenticabile in questo film nella parte del Minotauro. Da citare infine una colonna sonora imprevedibile da parte del leggendario Nino Rota, in grado di passare con disinvoltura da tematiche folk ad altre tremendamente goliardiche.
Un’opera onirica, satirica e selvaggia, imprescindibile per ogni amante del cinema più estremo e grottesco, da vedere, o rivedere, ammirando la sua incredibile e immortale forza eccentrica e visionaria, ricca anche di una stravagante contemporaneità senza tempo. VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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