
In un’ipoteca classifica di morti efferate e fantasiose del cinema, horror e non solo, una di quelle presenti nel lungometraggio d’esordio del canadese Chris Nash meriterebbe di salire almeno nel podio (chi ha visto il film ha già intuito quale, chi lo vedrà … lo scoprirà con estremo piacere). Un esempio senza fronzoli di natura violenta, citata nel titolo, e di qualità estetica applicata ad un filone cinematografico spesso troppo ripetitivo e accostato in tempi recenti a pellicole infami e facilmente dimenticabili. Questo neo slasher affonda con piacere le radici negli elementi cardine di questo sottogenere horror, catturando elementi ben presenti nel filone, da quello d’esordio italiano (REAZIONE A CATENA, TORSO) fino ai celebri HALLOWEEN e THE BURNING, senza dimenticare la fonte principale di questo film, la saga, non sempre esaltante, di VENERDI XIII.
Un gruppo di ragazzi e ragazze in vacanza nei pressi di un lago immerso nei boschi canadesi, scatena, dopo aver trovato e preso una catenina abbandonata in un capanno, l’ira di un uomo resuscitato improvvisamente dalla terra. Ben presto si scoprirà che questo essere disumano, dalla forza sovrumana e con le fattezze di uno zombie, risponde al nome di Johnny, un ragazzo con disabilità mentali morto anni prima in un college delle vicinanze.
La furia omicida, realizzata con cura e con calma olimpica, finirà calare impietosamente contro chiunque incroci il suo cammino, finendo per lasciare dietro di sé una lunga scia di sangue, carne e budella dei poveri malcapitati di turno …
Il desiderio di rinnovare il genere sopra citato rappresenta uno stimolo irrefrenabile per i nuovi registi cresciuti nella loro infanzia a VHS, pane e horror sanguinari di fine secolo scorso. Lo dimostrano alcune pellicole più o meno recenti (HEADLESS, CAT SICK BLUES e la saga ultra ‘splatterosa’ di TERRIFIER) e soprattutto questo nuovo poderoso film estremo canadese. Caratterizzato da una prospettiva stile videogioco FPS e da un ritmo lento stile film esistenziale e drammatico, IN A VIOLENT NATURE vuole a tutti i costi realizzare qualcosa di epico, cupo e privo di ironia trash alla Jason Voorhees, riuscendoci solo parzialmente e proprio quando esce dai classici stilemi dello slasher d’annata. Se le kills efferate, cruente e violentissime sono destinate agli annali dell’horror estremo, sarà la parte finale ad affacciarsi su stili e generi ben noti agli appassionati dell’estremo ma meno ai fondamentalisti dell’horror. Quando la final girl di turno diventerà la preda ufficiale, la sua singolare fuga ricorda non poco quel cinema disturbante e inquietante di matrice europea come quello dei primi lavori di Philippe Grandrieux, in particolare SOMBRE, dove serial killer inusuale e situazioni violente indefinite, lasciano lo spettatore spesso in un limbo piacevolmente confuso.
Se l’aspetto e l’incedere a ritmo blando e inarrestabile del nostro Johnny riescono a fare centro (compresa la maschera e le varie armi utilizzate. uncino su tutti), come le succitate e ampiamente esaltante kills dello stesso, il film spesso soffre di momenti che sfiorano la noia, destinata quest’ultima però ad esaltare quei frangenti di becera violenza senza limiti del silenzioso serial killer immortale.
Considerati i pregi, tanti, e i difetti, pochi, oltre ad una regia che appare sin da subito di estrema qualità e con un sceneggiatura tesa ad unire fino all’ultimo il puzzle inizialmente nebuloso sul mostro di turno, IN A VIOLENT NATURE merita, in attesa dell’imminente sequel, di affiancarsi agli horror estremi più riusciti in epoca recente! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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