LINOLEUM (2022) di Colin West

Partendo dal paradosso del nastro di Möbius e sulla scia di pellicole drama-weird come ETERNAL SUNSHINE OF THE SPOTLESS, INK, LE SCAPHANDRE ET LE PAPILLON, ‘SYNECDOCHE, NEW YORK‘, BIG FISH e ‘DONNIE DARKO’, l’americano Colin West confeziona una pellicola più unica che rara, riuscendo a creare un curioso e confuso puzzle sentimentale, umano e spazio temporale sovrapposto, in grado di trascinare lo spettatore nel finale verso territori emotivamente potenti e inizialmente inaspettati.
Quando il conduttore di un programma scientifico per bambini, Cameron, in declino cerca di realizzare il suo sogno d’infanzia di diventare un astronauta costruendo un razzo nel suo garage, accadono una serie di eventi bizzarri, come la caduta di un misterioso satellite russo nel suo giardino, che lo portano a mettere in discussione la sua stessa realtà e costringendolo a guardare nel profondo della sua mente, del suo cuore e soprattutto dei suoi ricordi …
Riuscire a realizzare una pellicola bizzarra in grado di essere contemporaneamente estremamente drammatica è impresa ardua e per nulla banale. Se consideriamo che si tratta di un’opera indipendente senza grandi nomi e senza mezzi stellari a disposizione, il giudizio finale, dopo la poderosa parte finale, può essere solo positivo. Sin dai primi minuti però il film si presenta con un evento clamorosamente grottesco e assurdo, mettendo subito in chiaro che tutto è possibile, disseminando man mano che si avanza nella storia con indizi destinati a trovare nel succitato finale una conclusione sentimentalmente turbolenta quanto chiarificatrice, che ci porta alla conclusione amara ma felice di un cruciverba realizzato su misura del suo protagonista Cameron. Quest’ultimo finirà per rappresentare, attraverso le molteplici storie personali affrontate, tutte le diverse visioni temporali dell’essere umano, dalle aspettative incredibili della vita adolescenziali, dalla consapevolezza spesso amara dei propri limiti da adulti e dalla compassionevole visione finale colma d’amore infinito. Una pellicola decisamente controcorrente dal punto di vista commerciale ma proprio per questo in grado di colpire così profondamente l’anima dello spettatore, quando questo diventa consapevole di quanto visionato. Grazie ad ottime performance (in particolare del protagonista/antagonista Cameron/Kent interpretato da Jim Gaffigan) fino a costumi, atmosfere vintage e musiche d’annata, essenziali per costruire un mondo reale partendo dal surreale.
Film veramente notevole!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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