Spider One, musicista e fratello minore di Rob Zombie, prova con il suo terzo lungometraggio ad alzare l’asticella della qualità. Ci riesce sicuramente ( e solo) nelle premesse e nelle intenzioni, creando un horror psicologico debitore, fin troppo, del celebre BABADOOK australiano.
Mindy, vedova e madre, cerca di proteggere la figlia Alice, tenendola alcuni giorni dalla nonna, da un mostro carnivoro di nome Agyar, che vive nei sotterranei della casa. Mindy ha segretamente sacrificato la propria vita permettendo alla creatura di cibarsi del suo corpo. Incapace di sfuggire a questo orrendo destino, Mindy deve fare una scelta prima del ritorno a casa della piccola Alice …
Nonostante alcune vecchie e nuove glorie del cinema horror, utilizzate come personaggi di contorno (Barbara Crampton, Heather Langenkamp, Bonnie Aarons), LITTLE BITES non riesce mai a decollare, imprigionato, come la sua controversa protagonista, in un limbo indefinito che non diventa mai completamente estremo e nemmeno drammatico o psicologicamente scioccante. Lo stile retrò, dai film anni ’80 aiuta a creare un’atmosfera interessante e accattivante nella prima parte, con vaghi richiami del primo HELLRAISER, per poi cadere lentamente nella noia e nella banalità. Solo un finale spiazzante, cattivo e veramente estremo, avrebbe potuto salvare un film che risulta poco incisivo e facilmente dimenticabile. Non tutto però è da buttare, il quanto il ‘mostro’ (Jon Sklaroff), almeno inizialmente, cattura senza dubbio la nostra attenzione e stimola la curiosità su cosa e soprattutto chi sia e cosa rappresenta. Purtroppo la sceneggiatura, fin troppo macchinosa e ripetitiva, non riuscirà mai ad evolvere in qualcosa di significativo. Se Rob Zombie da anni ormai lascia a desiderare, suo fratello nemmeno quello. Film mediocre. VALUTAZIONE 1,5/5
H.E.
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