NORWAY (Νορβηγία) del 2014 di Yannis Veslemes Scritto il Giugno 8, 2019Gennaio 31, 2020 Facebook Il cinema ellenico ha regalato negli ultimi 20 anni pellicole decisamente singolari, uniche e destinate a analisi graffianti sulla società greca sofferente a causa di una mordente crisi economica non ancora pienamente risolta. Tra le opere più uniche che rare troviamo ‘Νορβηγία’, opera prima di Yannis Veslemes, regista avvezzo a short ‘horror weird’ e psichedelici videoclip musicali, il quale unisce una delle tematiche più celebri del cinema horror, afferente i vampiri, con atmosfere weird e bizzarre della disco anni ’80. Il risultato appare come un Nosferatu strampalato anni ’80, con musiche disco greche di quel decennio e cromature trash, simbolo unico e amato di quel glorioso decennio, vissuto ancora oggi con amara nostalgia. 1984. Zano è un vampiro che va ad Atene per la prima volta. Fotofobico ma anche un ballerino eccellente, Zano sta cercando una ragazza “calda” per placare al sua sete e va in una discoteca chiamata Zardoz, dove la maggior parte dei clienti sono fuorilegge e personaggi alquanto discutibili per etica e morale. Nella discoteca Zano incontrerà la prostituta Aliki ed il mercante norvegese Peter. Assieme affronteranno un viaggio nella’ignote ateniese, che porterà Zano sulla montagna di Parnitha, nelle viscere della terra, alla ricerca forse di risposte dopo una lunga notte di follia ………Storia in apparenza strampalata e priva di senso, dove la figura sconnessa e originale del vampiro Zano (un mix estetico tra Cecchetto e Rubini imbottiti però di alcolici e LSD) sembrerà alla lunga quella più normale ed affidabile, al contrario delle numerose comparse viscide e selvagge che troveremo in un’Atene sorniona, acida e viziosa che nasconde parecchio marcio sotto la superficie nebulosa. La sceneggiatura non appare alla fine troppo brillante, nonostante la presenza nel finale del vero volto del villain di turno, impreziosita però ad ogni frangente da scenografie imprevedibile e ricchissime di twist improvvisi, con vernice al posto del sangue, vampiri tossicodipendenti, milfone datate e parecchio attempate e VHS greche più balorde del cinema balordo turco trash degli anni ’80. Una pellicola anarchica, selvaggia, ironica e bizzarra dal finale risolutore che conferma la bontà, pur nella sua degenerazione illogica, delle intenzioni genuine (ed ingenue) del suo protagonista vampiro, alcolizzato e assetato di sangue multicolore. VALUTAZIONE 3/5 H.E.