“Per l’ospedale di Cerahpaşa, dove sono nato, dove lavorava mio padre e che potrebbe essere demolito presto”
Questa l’apertura di un documentario minimale girato completamente all’interno dell’ospedale sopra citato. Un viaggio, a tratti distaccato a volte incisivo, lungo corsie, stanze dei pazienti ricoverati e sale operatorie, sempre senza filtro e catturando l’anima del nosocomio situato nella capitale turca. Dopo la dissezione di un cadavere in decomposizione, siamo catapultati in grotteschi dialoghi tra chirurghi, infermieri e pazienti, il quali servono da cuscinetto per diverse scene stressanti ed estreme, degne dei migliori (o peggiori, dipende dai punti di vista) shockumentary, come ad esempio un’operazione chirurgica imbarazzante, una gamba mozzata sezionata e l’analisi di un feto abortito. Dopo una prima parte che alterna quanto descritto sopra, assistiamo all’esposizione semi filosofica di un dottore sui concetti di vita e di morte, i quali non appaiono come risolutivi ma figli dell’interpretazione del momento, che si tratti di nascita prematura o morte per vecchiaia. Dopo aver mostrato la superficie, Deniz Tortum ci trascina prima lungo le segrete stanze gelide delle celle frigorifere, con cadaveri e vari scarti corporei destinati all’incenerimento, per poi mostrare le stanze di studio con manichini che simulano morti accidentali, parti o operazioni chirurgiche delicate e complicate. La visione finale, prima di scivolare all’esterno, sono mostrati neonati e feti deformi in barattoli di vetro, stile il celebre ‘Siriraj Medical Museum’ a Bangkok ( ved MUTE).
PHASES OF MATTER, pur restando lontano dai fasti artistici del più recente DE HUMANI CORPORIS FABRICA di Lucien Castaing-Taylor & Véréna Paravel, appare come una visione necessaria quanto anomala per chi, come la maggior parte della persona, non è avvezza al dietro le quinte di un nosocomio. Da visione obbligatoria! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
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