STING (2024) di Kiah Roache-Turner

L’australiano Kiah Roache-Turner, venuto alla ribalta grazie al dittico post apocalittico WYRMWOOD, porta sul grande schermo una delle ‘bellezze estreme’ più celebri del continente oceanico: i ragni.
Una tempesta di piccoli meteoriti, grandi come una nocciolina, impatta con violenza nella finestra di un palazzo come tanti altri a New York durante una gelida notte invernale. Nell’appartamento abbiamo la dodicenne Charlotte, una bambina ribelle che vive con la madre, il patrigno fumettista e il fratellastro neonato. Quando dal piccolo uovo spaziale fuoriesce un minuscolo ragno, Charlotte decide di adottarlo battezzando quest’ultimo con il nome ‘Sting’. Ben presto il ragno, che risulta una specie introvabile nella sua ricerca di Google, risulta affamato e capace di riprodurre suoni come fosse un pappagallo. Proprio uno di questi finirà per diventare la prima di tantissime prede del palazzo dove vive Charlotte, i cui problemi, legati al suo vero padre e la difficile convivenza con il nuovo compagno della madre, diventeranno ben presto insignificanti quando Sting crescerà rapidamente e affamato di prede sempre più voluminose …
STING è un B-movies vecchia scuola di qualità, grazie a effetti speciali pregevoli, siamo catapultati in un contesto urbano che sfiora la commedia e non è mai completamente drammatico, dove si predilige l’azione in salsa trash e l’ambiente condominiale risulterà perfetto, vicini compresi, per trasformarsi nel luogo ideale di caccia del mostro di turno. Uno spider-movie assai debitore dei mitici primi due film della saga dedicata ad ALIEN (alcune scene sono praticamente identiche al secondo capitolo, l’ALIENS di James Cameron) e di tantissimi altri film trash degli anni ’80, BASKET CASE su tutti. Il voler essere tanto e troppo generi però, alla lunga rende il film prevedibile, pur regalando dei momenti brillanti e godibili per ogni appassionato di beast e monster movies esagerati. Il mix riuscito di CGI ed effetti tradizionali, alla fine risulterà essere il vero punto di forza del film.
Un film discreto, che raramente annoia, da vedere armati di popcorn e consapevoli di essere al cospetto di un film di puro intrattenimento e senza troppe pretese. Da lodare infine l’aspetto riuscito del ragno predatore alieno, simile alla vedova nera australiana ma con un’evoluzione simile in parte alla mosca di David Cronenberg del celebre THE FLY. VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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