Il celebre docu-film THREADS di Mick Jackson, noto in Italia con il titolo IPOTESI SOPRAVVIVENZA, giunto oramai alla soglia dei 40 anni, rimane ancora oggi uno dei lavori più estremi, drammatici e avvilenti mai realizzati.
Commissionato dalla BBC sulla scia del mockumentary apocalittico THE WAR GAMES di Peter Watkins e delle crescenti tensioni tra USA e URSS dei primi anni ’80, quest’opera è divisibile in due parti ben distinte, prima e dopo il fall-out nucleare, seguito passo dopo passo attraverso una cronologia temporale ad ampio raggio, mostrata e ben definita sulle conseguenze di un conflitto nucleare visionato e subito dal punto di vista della gente comune. In particolare di due famiglie borghesi residenti nella città industriale di Sheffield, unite dai due figli fidanzati, le quali vivono prima attraverso la televisione e la radio la tensione crescente in medio oriente, IRAN, tra forze militari statunitensi e sovietiche, e poi le tragiche vicende a seguito dello sgancio di una bomba atomica nelle vicinanze della città. Come cornice abbiamo anche il punto di vista dell’amministrazione locale, costretta a far fronte all’emergenza in maniera improvvisa ma progressiva, dove l’accentramento improvviso di potere, senza averne i mezzi, porterà una discesa inevitabile verso il caos, causato improvvisate leggi marziali, fame, malattie e becera violenza primitiva. Quanto sia sinistramente veritiero e possibile lo confermano i continui e scientifici fuoricampo, su l’escalation di guerra, sull’apocalisse nucleare e sulla lenta ma inesorabile discesa primitiva delle persone interessate, distrutte in maniera costante e parallela dal punto di vista psicologico e fisico. La figura che emergerà, tra continue immagini shock (alcune prese da reali frammenti di guerra) e scontri causati da fame e paura dell’ignoto, sarà quella della giovane incinta Ruth, sempre più disumanizzata e costretta a partorire in un mondo privo di luce, in tutti i sensi, e dei legami sociali, affettivi e familiari (i threads del titolo). Gli attimi finali, al contrario di lasciare un barlume di speranza, ne decreteranno l’ombra catacombale di tutto quanto presentato in precedenza. Una mazzata impossibile da dimenticare. Se purtroppo i venti di guerra nucleare, al contrario di quanto si immaginava negli anni ’90 a guerra fredda conclusa, sono tornati a soffiare minacciosamente, la recente pandemia ha mostrato anche quanto siamo fragili e smarriti quando il potere si accentra improvvisamente e qualsiasi libertà scontata finisce per non essere più tale. Considerato che una pellicola così reale, negativa e pessimista, difficilmente troverebbe spazio ai giorni nostri, questa pellicola è da custodire gelosamente nelle nostre menti e memorie, rinnovando quando possibile la visione … Estrema! VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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