‘Abyss incontra The Thing’, si recita in una delle cover di questo nuovo film. Un doppio paragone che però alla lunga distanza vira più deciso verso il film di Carpenter, senza trascurare una forte componente drammatica ed un’altra decisamente horror relativa a infetti, quarantena e scelte estreme, tanto per restare in tema anche con i nostri tempi attuali poco felici.
Freya, una giovane biologa marina irlandese e poco avvezza a socializzare con i suoi coetanei, determinata a studiare e soprattutto scoprire nuove eventuali essere viventi nell’oceano atlantico. L’opportunità, per ampliare le sue ricerche, arriva quando entra a far parte di un peschereccio pronto a salpare in una zona poco frequentata e unica per la sua fauna marina. Vista di traverso da alcuni membri dell’equipaggio (i suoi capelli rossi per alcuni marinai sono segno di sventura), Freya non tarderà ad integrarsi nel gruppo velocemente, soprattutto quando il peschereccio viene bloccato al largo da una strana creatura tentacolare che finisce per sparare dei parassiti all’interno dello stesso. Da una interessante e unica opportunità di studiare un nuovo essere, del tutto sconosciuto e mai visto prima di allora, ben presto Freya e gli altri membri dell’equipaggio scivoleranno in una lotta per la sopravvivenza contro un nemico silenzioso che si insidia sotto la loro pelle e portandoli, in maniera atroce, alla morte …..
La febbre marina o febbre degli oceani, che dà il titolo a questo film, in effetti è quello che appare e sembra essere a prima vista ad uno dei proprietari del peschereccio quando salirà in un’imbarcazione simile alla deriva. Un punto di partenza misterioso e agghiacciante che finirà per presentare al meglio cosa accadrà da lì a poco. Non prima di aver goduto, anche se per poco, della visione ‘intera’ della creatura marina, poco pacifica e pronta a scatenare i suoi ‘figli’ all’interno del peschereccio. Tutto già visto o quasi, perché la regista irlandese Neasa Hardiman al suo primo lungometraggio riesce a fare centro, caratterizzando benissimo ogni personaggio presentato (ognuno ha la sua storia passata ben definita, spesso triste), partendo dalla decisa Freya, esplodendo al momento giusto con l’horror più estremo e citando in maniera brillante ed efficace una delle scene più epiche del sopra citato LA COSA (ovvero, quando uno ad uno i componenti dell’equipaggio sono controllati per verificare se sono infetti). Tutto perfettamente intrecciato ad una tensione sempre crescente e sempre più drammatica, dove non ci sarà mai lo spazio per eroi senza macchia e senza paura.
Se da una parte alcuni dubbi e quesiti rimangono, dall’altra queste mancanze permettono al film, e soprattutto ai suoi protagonisti, di virare su territori differenti dal classico ‘best movie’, regalando così un’opera meno prevedibile, moderna e non per forza di cose legata a stilemi classici del genere, nonostante le citazioni siano ben presenti e curate nei minimi dettagli. SEA FEVER, considerate anche le non eccelse aspettative iniziali, è stata una eccellente visione estrema e soprattutto una graditissima visione. Un film che racchiude molteplici significati oltre ad un intrattenimento quanto mai riuscito, dove splatter e scene violente ne faranno felicemente parte. Uno su tutti legato all’impotenza umana nei confronti della natura, spesso modificata ed alterata per le sue stesse manie di grandezza e destinata, come in questo caso, a reclamare il suo ‘spazio vitale’! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
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