Dal maestro del ‘Pinku Eiga’ Yasuharu Hasebe, ecco una delle pellicole, che richiama sin dal titolo il leggendario Jack lo squartatore, più sadiche, violente e sanguinarie del cinema nipponico. Un film crudo, brutale e scioccante che, considerato l’anno di uscita, deve aver turbato, come il successivo e altrettanto estremo ‘Rape! 13th Hour’ (sempre dello stesso regista), il sonno di diversi spettatori all’epoca.
Due ragazzi che lavorano in un ristorante, lei come cameriera e lui come pasticcere, una sera uccidono casualmente una disinibita autostoppista. La morte di questa causa nei due un’irrefrenabile passione sessuale. Desiderosi di riprovare le stesse emozioni, i due iniziano a commettere omicidi sempre più brutali. Il ragazzo però sembra andare oltre, infliggendo alle povere vittime delle incisioni brutali nelle parti intime. Questa pulsione estrema sembra non avere limiti, mettendo a rischio persino la sua amata compagna di depravazioni …
Se escludiamo la lama usata (a prima vista appare poco efficace) e una trama priva di struttura psicologica e analisi dei due serial killer, questa pellicola vanta pochi eguali estremi all’epoca della sua uscita. Pur non mostrando le incisioni vaginali, attraverso suoni e rumori di fondo, viene lasciato poco spazio alla fantasia. Questa poi non manca per creare situazioni bizzarre e assurde per quanto concerne luoghi (una scena nel cimitero vale l’intero film) e crudeltà selvaggia nei confronti delle povere vittime. La mattanza finale, alla VIOLATED ANGELS di Kōji Wakamatsu, chiude alla grande una pellicola che spinge forte l’acceleratore sull’estremo e che fa del sadismo becero la vera forza trainante. Un’opera selvaggia, forte di una regia di buon livello, che non deluderà gli appassionati delle pellicole più hard ed estreme del Sol Levante. Imperdibile!! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
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