Il recente (ma già amatissimo) GREENER GRASS di Jocelyn DeBoer & Dawn Luebbe deve sicuramente qualcosa ad uno dei primi lavori cinematografici di Mr. Oizo alias Quentin Dupieux. STEAK è una commedia grottesca, ricca di gag e sterzate irriverenti senza sosta, che punta in maniera ovviamente ironica contro l’eccessiva omologazione dei nostri tempi (il film è del 2007 ma ambientato perlopiù nel 2016) e sull’importanza estrema dell’estetica e di appartenere ad ‘gruppo’ per non rimanere emarginato.
La storia inizia nel 2009 in un piccolo paese della Francia. Un ragazzo, Georges, è continuamente bullizzato dal resto della scuola ed in particolare da parte di suoi tre coetanei. Un giorno, stanco degli abusi subiti prende un mitragliatore e li uccide. mentre gironzola armato per la città incontra il suo amico Blaise, un ragazzo ingenuo e bonario. Georges consegna l’arma nelle sue mani e quando giunge la polizia sul posto del loro incontro, un ponte, questa non ha dubbio su chi sia il colpevole e arresta il povero Blaise. Passano sette anni e Blaise ritorna libero in un mondo completamente diverso e rivoluzionato. Il suo ‘amico’ Geroges lo accoglie tutto bendato in faccia, in quanto reduce da un’operazione chirurgica d’estetica, una consuetudine di tutti i giovani e non del 2016, con il fine di entrare in una banda denominata ‘Chievers’, dove i membri sono omologati con lo stesso taglio di capelli, bevono costantemente latte in bottiglia e indossano gli stessi vestiti. Blaise, stranito da tutto ciò, si rende conto di dover omologarsi anche lui e prova, dopo un intervento di lifting ‘fai da tè’, ad aggraziarsi il capo della banda degli ‘Chivers’. Questo però va contro le aspettative di Georges, messosi in cattiva luce nel gruppo dopo una ‘disonesta condotta’ ….
Un nonse in stile Dupieux ancora in stato embrionale e grezzo rispetto ai suoi successivi lavori. Pur evitando intrecci temporali e ‘spaziali’, che caratterizzeranno il suo cinema futuro, Dupieux punta forte sulla comicità più assurda, costruendo in maniera eccessiva e mai banale i diversi personaggi presentati. Da oscar la presa in giro, per nulla sottile, di Michael Jackson (all’epoca era ancora vivo), trasformando il volto di Georges in un suo clone. Fenomenale la creazione, con pochi spiccioli, di un micro cosmo surreale e vuoto nei contenuti, basato solo sull’estetica, o meglio, sulla necessità di mostrare le operazioni di lifting in corso (tutti o quasi sono incerottati o bendati al volto). A rendere vivo il dinamismo della pellicola troviamo delle perle assolute di comicità, come ad esempio lo ‘sport’ praticato dagli ‘Chivers’, un mix tra baseball e ‘botte da orbi’, o il frisbee telecomandato… un delirio assoluto (ancora più pazzesco il ‘rapimento’ di una bambina per soldi). La parte finale punta decisa verso l’estremo, che troveremo più marcato nei vari RUBBER e WRONG COPS, chiudendo il cerchio di questa storia folle come meglio non si poteva. Se volete vedere qualcosa di veramente fuori di testa ma con il sorriso sulle labbra, la visione di STEAK è praticamente obbligatoria. VALUTAZIONE 3/5
H.E.
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