THE DEVIL & FATHER AMORTH (2018) di William Friedkin

Il diavolo esiste ed ha una voce gutturale, o almeno questo si intuisce dopo aver visionato l’ultimo lavoro di William Friedkin, ben 45 anni dopo il suo lavoro più epico e famoso, THE EXORCIST, con il quale questo documentario è legato costantemente da un filo tenace e sinistro. Centro della storia l’esorcista del cattolicesimo recente più famoso in assoluto, Gabriele Pietro Amorth (50.000 esorcismi sulle spalle), modenese di nascita e venuto a mancare nel 2016 all’età di 91 anni. William Friedkin, dopo aver illustrato e ricordato il suo celebre film L’ESORCISTA con diversi aneddoti e ricordi forse inediti, si catapulta in Italia ed incontra padre Amorth, il quale permette al regista statunitense (eccezionalmente e senza autorizzazione ufficiale del Vaticano) di assistere e riprendere, con una piccola videocamera digitale, il nono esorcismo da parte di Amorth di una donna italiana posseduta dal demonio (o forse più di uno, come si evincerà dalle sue parole) di nome ‘Cristina’…
Niente corpi a mezz’aria o croci conficcate nella vagina, ma una straniante e vigorosa lotta fisica (reale) tra bene e male, attraverso preghiere, ironia ed una voce gutturale e sinistra di Cristina, accentuata sicuramente successivamente in fase di montaggio (almeno credo), destinata a catturare la nostra attenzione, indipendentemente dal nostro credo, fede o negazione della stessa. La ripresa dell’esorcismo (circa venti minuti) rappresenta il cuore del documentario, in quanto, secondo quanto affermato da Friedkin, questa è la prima volta che lo stesso vede e documenta un ‘vero’ esorcismo. La premura del regista, al suo ritorno in madrepatria, è di mostrare quanto documentato a medici, psichiatri e perfino ad un amico vescovo. Le analisi, forzate da parte del regista senza dubbio, spingono le persone intervistate ad autenticare quanto visionato e sfornare un’analisi ‘scientifica’ discutibile ma anche logica. Nella parte finale, dopo aver analizzato ed elogiato a dovere la figura di padre Amorth, venuto a mancare proprio durante la realizzazione di questo documentario, e di alcuni suoi ‘clienti’ esorcizzati con successo, Friedkin scivola purtroppo nel ridicolo, con un racconto talmente improbabile e contraddittorio sulla più volte citata Cristina. Un grandissimo omaggio e riconoscimento doveroso da parte del regista americano alla sua opera più famosa, con uno sforzo estremo a giustificarne il terrore provato da chi ne rimane affascinato ancora oggi. Complice la breve durata (68 minuti) e quel finale troppo ‘fantasy’, il documentario non colpisce forte allo stomaco, come si poteva inizialmente immaginare, e lascia parecchio amaro in bocca. Rimane, nonostante queste lacune, un lavoro affascinate e da applaudire, considerata una figura e caratura di spessore illustrata come quella di padre Amorth, personaggio discutibile ma lontano dalla banalità. Se non avete paura di Satana, la visione è sicuramente consigliata! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.