Thriller estremo avvincente, sporco, claustrofobico e glaciale, girato completamente in un soffocante bianco e nero che ricorda i gloriosi noir francesi degli anni ’50.
Sebastian, un giovane tuttofare georgiano in terra francese, ha deciso di seguire le istruzioni destinate a qualcun altro, un uomo al quale stava riparando la casa ma morto in circostanze misteriose, senza sapere dove lo porteranno. Quando raggiunge la sua destinazione misteriosa, Sebastian cade in un mondo degenerato e clandestino di caos mentale a porte chiuse, dove gli uomini scommettono sulla vita di altri uomini……
Letale e rapido come un proiettile sparato a brucia pelo, questo è un film dal sapore antico che richiama alla memoria cult e capolavori del passato, come THE DEER HUNTER (un’evoluzione ancora più estrema della celebre roulette russa con protagonisti Christopher Walken e Robert De Niro) e SALO’ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA, almeno per quanto concerne la mercificazione dell’individuo da parte dei più potenti, dove questa volta il sesso lascia il posto alla violenza glaciale di un gioco della morte incontrollabile e letale.
La bravura da parte del regista georgiano Géla Babluani di illustrare il film come un enorme puzzle, dove gli indizi che porteranno Sebastian (ved. il significato del n.13 del titolo), curioso ma totalmente inconsapevole di cosa lo aspetta, nella casa immersa nei boschi dove si gioca con la vita delle persone disperate, saranno centellinati con rara maestria e finiranno per risultare sempre vincenti e coinvolgenti come non mai. Merito della forte caratterizzazione e diversità degli scommettitori malati del gioco d’azzardo, dei poliziotti che braccano Sebastian e dei disperati costretti (ma non sempre) a rischiare la propria vita in questo gioco mortale che massimizza sempre il più rischio, diminuendone costantemente la possibilità di salvezza.
Come il cerchio della morte shock alla quale assisteremo più volte senza fiato nel corso della pellicola, il finale micidiale rappresenterà la degna, quanto beffarda, chiusura di questa storia fulminante. Nel 2010 lo stesso Géla Babluani realizzerà un remake americano (13 se perdi muori) ricco di budget e attori mainstream, meno entusiasmante e perdendo completamente il fascino e l’originalità della pellicola francese.
13 TZAMETI è un‘opera unica e tra le migliori pellicole estreme dei primi anni 2000, senza sé e senza ma! VALUTAZIONE 9,5/10
H.E.