Il regista messicano Lex Ortega con il suo primo lungometraggio, ATROZ, ha alzato notevolmente l’asticella del cinema indipendente più estremo. Con questo nuovo lavoro lo stesso conferma di sapersi muovere in terreni più convenzionali del panorama horror più classico, senza snaturare una qualità innata per mettere in luce l’estremo e soprattutto con tutta la cattiveria e violenza onnipresente nell’essere umano, o meglio … disumano. Messico. In un quartiere destinato solo a persone benestanti, il rapporto tra due famiglie confinanti si incrina notevolmente a causa delle loro divergenze afferenti il cane di una di loro. La prima, composta da padre, madre e figlia, ha in queste due un’avversità mista a timore nei confronti del pastore tedesco dell’altra, composta da una coppia priva di figli, animalista e vegana, che vede nel proprio animale qualcosa forse più di un figlio stesso. Un incidente familiare, con uno scontro ravvicinato e violento tra il cane e la bambina, porterà inevitabilmente alla contrapposizione e rottura di quel faticoso idillio tra vicini, in particolare tra le donne, destinando lo stesso a scivolare su terreni per nulla legali …… L’apertura del film non lascia dubbi su quale sia il tema trattato e abilmente messo sul piatto da Ortega: una serie di immagini di violenza sugli animali e agitati attivisti animalisti pronti a tutto per far valere le proprie ragioni. Sarà proprio quest’ultima, su chi abbia ragione e su chi sia stato il primo tra i due nuclei familiari a oltrepassare il confine dell’illecito e buon senso, a diventare alla lunga il vero cardine del film. Per smuovere l’anima dello spettatore il regista non esita a mostrare una violenza cruda, meschina e scioccante (un’esecuzione senza appello che risulta ben accettata figlia di una vendetta), destinata a scatenare una battaglia senza esclusione di colpi dall’esito incerto, nonostante alcuni stilemi classici del genere horror ed in particolare del sottogenere ‘home invasion’. ANIMALES HUMANOS, pur essendo lontani dalle vette estreme e torture becere dello spagnolo SECUESTRADOS (stesso sotto genere horror, anche se con tematiche di fondo differenti), non perde mai la bussola senza mai scivolare nella banalità, giocando al meglio le sue carte e rispolverando una cinema estremo d’annata, quello degli anni ’70, incurante del politicamente corretto (dall’azzannata feroce alla bambina all’esecuzione sopra citata), in grado di instillare nello spettatore un dubbio su chi sia nel giusto o nel sbagliato della vicenda. Ovviamente, come nella vita, la verità sta nel mezzo ed è assolutamente grigia, mai completamente bianca o nera. Con un’opera scritta da terzi, una produzione alle spalle più robusta e attori di valore, Ortega non sbaglia al suo secondo film, dimostrando di essere un riferimento essenziale e forse unico per tutti gli appassionati del cinema horror più estremo e violento dei giorni nostri. Anche, e non solo, per sapere affrontare, con consapevolezza dei mezzi a disposizione, tematiche attuali spesso scomode come la violenza imperante nelle città messicane o quella legalizzata, accettata dalla comunità benestanti, negli allevamenti intensivi. A rendere il tutto più crudo e accattivanti troviamo maschere canine, torture vendicative assai letali, un finale (inquietante) a sorpresa e una sottile critica al sistema e coscienza umana, consapevole fino ad un certo punto di come certi confini siano stati superati da tempo ma …. comodamente invisibili a chi non vuole sporcarsi mani e coscienza! Imperdibile!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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GRAZIE FOR THE TIP!
TONY