DUEL, debutto cinematografico di Steven Spielberg, regista tra i più noti e famosi in tutto il mondo, lascia parecchio amaro in bocca per diversi motivi. Soprattutto se lo affianchiamo al suo film che lo rese celebre in tutto il mondo quattro anni più tardi, quell’horror seminale di JAWS (LO SQUALO). Il rammarico rimane ovviamente vedendo le sue opere successive, figlie del dio denaro e lontane sempre più da queste due furiose e spettacolari pellicole, dirette quando non aveva ancora trent’anni, dove suspense, terrore e paure primordiali padroneggiavano alla grande.
DUEL, nato come film per la Tv, è un thriller ‘on the road’ avvincente, tiratissimo e senza un attimo di respiro decisamente innovativo. Uscito curiosamente lo stesso anno di un altro road movie altrettanto spettacolare ma con decise derive politiche e sociali, VANISHING POINT (PUNTO ZERO), il film di Spielberg sfiora l’horror puntando anche su aspetti psicologici (a volte ironici), oltre a quelli tecnici, che permettono al regista di catturare costantemente senza pause l’attenzione dello spettatore.
Il film segue le vicende di un uomo che non fa certo del coraggio la sua arma vincente. David Mann è un comune commerciante in viaggio lungo le assolate strade dell’entroterra americano. Proprio lungo una di queste statale vi trova un’autocisterna arrugginita che gli impedisce di sorpassarla prima e poi lo supra cercando di buttarlo fuori strada. Prima incredulo e poi terrorizzato, David, che non vedrà mai in volto il camionista che lo perseguita, è costretto sulla via di ritorno a scontrarsi ripetutamente con il trattore stradale, evidentemente truccato, trasformando un tranquillo viaggio di ritorno verso casa in un gioco mortale simile a quello del gatto con il topo …….
Forte di una regia semplice quanto spettacolare in alcune scene d’azione, di uno stratagemma brillante che non permetterà mai di vedere il volto del misterioso autista dell’autocisterna ed una caratterizzazione maniacale sul perseguitato omuncolo divenuto preda di un folle (decisiva la telefonata con la moglie all’inizio per inquadrare il personaggio), questo film finirà per diventare un punto fermo e di chiara ispirazione per pellicole successive ‘on the road’ che faranno di macchine e mezzi pesanti ‘indemoniati’ dei villain maledettamente letali (la celebre CRISTINE e la MACCHINA NERA su tutte ma è impossibile non citare un brillante citazione nel secondo WOLF CREEK con lo zio Micky che replica alcune sequenze di questo film).
Una lotta, o meglio un duello all’ultimo sangue quasi fosse un western, che fa della strada (e dell’anarchia che spesso la contraddistingue) l’arena perfetta per questo scontro destinato, e non poteva essere altrimenti viste le premesse, ad uno scontro finale epico e letale per uno dei due sfidanti.
Un film che farà da battistrada al sopra citato LO SQUALO, dove il minaccioso bestione della strada (senza volto) sarà sostituito dalla perfetta macchina di morte creata questa volta da madre natura. DUEL è un debutto (in teoria è il suo secondo lungometraggio) con i fiocchi, che ancora oggi colpisce forte regalando tensione a fiumi ed emozioni a non finire. Bomba! VALUTAZIONE 4,5/5
H.E.
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