‘Il caos è un ordine non ancora decifrato”
Questo film basato sul romanzo ‘L’UOMO DUPLICATO’ di José Saramago, con il quale si differenzia parecchio nell’ultima parte, rappresenta uno dei vertici del cinema di Denis Villeneuve, autore canadese tra i più rilevanti e significativi del nuovo millennio. Villeneuve, nonostante ami cambiare genere e ambientazione nei suoi lavori, rimane sempre legato ai dolori nascosti nelle profondità dell’anima, quelli più oscuri, nascosti alla luce del sole ma destinati a segnare pesantemente il percorso sofferente e logorato da eventi imprevedibili dei suoi protagonisti. In una Toronto rarefatta e poco solare, seguiamo la vita spenta e poco edificante di Adam Bell, un professore universitario afflitto anche da una crisi con la propria compagna. Un giorno, su consiglio di un collega vede un film che finirà per scombussolare e sconvolgere al sua vita futura. In una scena vede un suo sosia. Scoperta l’identità di questo attore, che si chiama Anthony Claire, Adam non riuscirà a frenare il desiderio e la curiosità di incontrarlo. Dopo l’incontro, dove da parte di entrambi viene appurata la somiglianza totale tra loro due, per Adam prima e per Anthony poi, inizierà una spirale senza ritorno nella paranoia , dove anche le loro vite finiranno per intersecarsi ed intrecciarsi in maniera sempre più pericolosa ma anche intrigante ………L’accettazione della realtà (sgradevole) a volte deve passare attraverso percorsi complessi, onirici, tortuosi e sinistramente immersivi nella tragedia vissuta. Forte di un soggetto potentissimo, nella forma ma soprattutto nei contenuti, come il romanzo sopra citato, Denis Villeneuve ci catapulta in un contesto assolutamente kafkiano basato su domande, incertezze e concatenazioni destabilizzanti che non finiranno mai in risposte chiare ma non per questo irrisolvibili. Due elementi certi, più dei ‘due’ protagonisti, saranno due figure che avvolgeranno letteralmente la vita e la mente di Adam e Anthony: il ragno e la donna. Presentati entrambi nella scena di presentazione degna di David Lynch e Shin’ya Tsukamoto (dove il suo A SNAKE OF JUNE presenta diverse analogie con questa pellicola). Se la donna è simbolo di maternità, in questo caso amplificato, il ragno, antico simbolo di potere e crescita personale, rappresenta la meglio la tessitura che il duplice protagonista deve compiere per completare il puzzle della propria esistenza. Se due linee parallele non si incontrano mai, in ENEMY queste, in quanto simili, devono inevitabilmente incrociarsi fino all’unione e fusione in un unico elemento, Due linee rappresentate da due vite completamente diverse, come quella dell’attore Anthony e del professore Adam, dove però non mancano elementi in comune legati proprio alla donna (la madre e la compagna). Il desiderio di essere qualcun’altro, ingannevole e perfido, prenderà il sopravvento su entrambi i protagonisti. Sarà proprio il ragno, elemento cardine ed imprescindibile per portare chiarezza su questo assurdo mistero, la chiave consapevole per aprire il vaso di pandora sulle scelte azzardate di Adam e Anthony a seguito del loro allucinante incontro. Finale shock (piacevolmente inaspettato) ma estremamente legato a quanto scritto sopra e soprattutto connesso ai tantissimi elementi disseminati nel corso di una pellicola esteticamente perfetta (fotografia seppia/oro/beige soffocante e intrigante fino allo sfinimento), attori in stato di grazie (forse la miglior interpretazione di sempre di Jake Gyllenhaal) e una sceneggiatura stimolante e vorticosa tesa ad esaltare al meglio tutta la visionaria regia di un ispiratissimo Villeneuve. ENEMY, oltre ad essere un thriller psicologico che affronta in maniera accattivante la ‘tematica del doppio’, risulta essere a fine visione un mix inquietante tra un poderoso ‘trip freudiano’ e un ‘mindfucker’ scioccante. Un film che ama provocare e incentivare al meglio lo spettatore, mettendo quest’ultimo al centro di una bilancia dove da un parte troviamo i limiti oggettivi dell’uomo ma dall’altra tutte le sue forze inconsce ……. abilmente nascoste nei meandri più oscuri della mente! VALUTAZIONE 4,5/5
H.E.
Links: FACEBOOK INSTAGRAM LETTERBOXD IMDb TRAILER
Molto intrigante e inquietante al tempo stesso. Lui è meraviglioso e la metafora del ragno riuscitissimo (le ho ancora in mente quelle immagini, nonostante siano passati un po’ di anni dalla visione).