Il nuovo film del regista di LAST SHIFT e DREAD è un horror psicologico purissimo, privo per fortuna di elementi sovrannaturali, esteticamente similare (anche troppo) ai film di Rob Zombie, Pascal Laugier e della saga di THE PURGE, con una parte drammatica forte ma non eccessivamente corposa, in quanto velata, che permette però al film di sterzare in maniera convincente nella parte finale (merito di una sorpresa estrema del tutto inaspettata).
PERDITION è un luogo segreto, visibile solo su youtube, dove le persone sono costrette, per propria scelta, a vivere senza limiti le proprie paure attraverso prove di coraggio, torture e privazioni di ogni genere. Tra le papabili concorrenti abbiamo Allison, una ragazza dal passato difficile che desidera affrontare le sue paure di petto con sconfiggerle definitivamente. Quando Allison firmerà la liberatoria ed entrerà in PERDITION, si troverà, assieme ad un altro ragazzo, vittima di torture, waterboarding, sigillata in una bara e varie violenze fisiche, che riporteranno alla memoria abusi ed angherie subite nella sua infanzia poco felice. A seguire con una telecamera esterna la compagnia di PERDITION, per svelare i trucchi del mestiere ed il dietro le quinte, una troupe di giornalisti giapponesi. Quando la finzione finirà per essere sostituita inaspettatamente dalla realtà il sangue finto diventerà reale, e gli orchi nascosti nell’immaginazione di Allison diventeranno di carne ed ossa, costringendo Allison a lottare con tutte le proprie forze per sopravvivere ……..
Il merito principale del regista DIBlasi è smorzare le tematiche horror dopo mezz’ora di luccicanti stanze segrete, mostrando un dietro le quinte di questo ‘tunnel dell’orrore estremo’ a pagamento misero e fragile quanto la protagonista, anima fragile dall’apparente corazza d’acciaio, costretta ad affrontare i propri demoni interiori in maniera brutale ed attraverso un filtro fittizio alquanto colorato. Ottime le maschere e discrete le ambientazioni, interne ed esterne. Le prime ricchissime di cromature snervanti e similari a quelle di 31 e GHOSTLAND dei due registi citati in precedenza. Fondamentali quelle innevate all’esterno, per catapultarci al meglio nella mente incasinata di Allison. L’attesa per vedere finalmente della sana violenza e del gore eccessivo sarà ripagata nella parte finale, dove si preme finalmente sull’acceleratore dell’ultra violenza. Un horror godibile di media-alta qualità, con una martellante colonna sonora ed una discreta sceneggiatura. SI poteva osare di più ed evitare qualche fuori campo destinato a lasciare dell’amaro in bocca ai più esigenti di splatter e cervella frantumante. Lontani dal capolavoro ma vicinissimi al filmone. Un buon horror più che piacevole! VALUTAZIONE 7,5/10
H.E.