GENESIS (1998) di Nacho Cerdà

‘a Isabel …’ La trilogia della morte dello spagnolo Nacho Cerdà, iniziata con il breve e sperimentale The Awakening e proseguita con il brutale AFTERMATH, si conclude con un cortometraggio (di circa 30 min) privo nuovamente di dialoghi, poetico e drammatico. Uno scultore, rimasto traumatizzato dalla morte della giovane moglie in un incidente stradale, decide quindi di fare una scultura in onore della sua dolce metà. Mentre la scultura, alquanto realistica, inizia a sanguinare, attraverso le fessure dell’argilla, la carne dello scultore muta e si sbriciola via come fosse argilla …Ispirata al racconto ‘Il ritratto ovale’ di Edgar Allan Poe, quest’opera mostra tutta la sensibilità di un autore deciso a mostrare quanto la vita e la morte non siano solo bianco e nero ma …. esiste anche il grigio. Un colore simile a quello della bellissima scultura che l’artista (interpretato da Pep Tosar, il necrofilo patologo in AFTERMATH) modella in maniera ossessiva, figlia anche di incubi terribili, colma comunque di sentimenti positivi per omaggiare l’amore perduto. Sarà proprio questo sentimento a fare nuovamente a pugni con la morte, in quanto Cerdà accentuerà sempre più l’incompatibilità con il dolore infinito per la scomparsa della donna amata dal sofferente artista. Quando questo però, logorato dai rimorsi inevitabili, sarà consapevole del possibile sacrificio per salvare la propria amata non esisterà a scambiare i ruoli tra opera e autore. Forte di una colonna sonora commovente e di una fotografia dove perfino il sangue spento e poco intenso appare più a suo agio nelle tenebre, quest’opera si trova a suo agio con tutti gli elementi imposti dal suo autore, risultando estremamente congeniale quando si racconta la morte e l’annesso dolore. GENESIS è un lavoro di un eleganza e bellezza artistica forse unica nel panorama dei cortometraggi degli anni ’90, riuscendo a colpire nel segno, o meglio nel cuore, grazie ad una finale sospeso, di pura ….. poesia estrema. Un favola nera d’altri tempi, dove il sacrificio trova l’unica ragione per una gioia destinata a non compiersi mai!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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