Anthony Hayes, noto attore australiano, per il suo primo lungometraggio da regista predilige una storia dalla trama scarna che non priva per questo di fascino l’evoluzione rovinosa del protagonista e la sua lotta per non soccombere, alimentando il tutto di costanti metafore attuali con il desiderio di quasi tutti, colpa dei social media, di raggiungere la felicità attraverso occasioni economiche facili ed improvvise. Quale miglior contesto geografico di un’Australia post apocalittica flagellata da catastrofi economiche e ambientali per narrare una vicenda di sopravvivenza estrema e faticosa, abbagliata dall’oro con desiderio assoluto di una svolta in un mondo ormai privo di speranza alcuna. Australia, o almeno quello che ne rimane. Due uomini, uno locale e uno straniero, sono in viaggio nel deserto per arrivare in un misterioso complesso per lavorare. Nel tragitto si imbattono in un enorme pepita d’oro incastrata nel terreno. Dopo inutili tentativi di estrarla dal terreno i due si dividono. Il locale alla caccia di un escavatore, mentre lo straniero viene lasciato a custodia della stessa. Un lavoro da guardiano, nel mezzo del nulla e sottoposto alle insidie del deserto per giorni, che metterà a dura prova la sua integrità, prima fisica e poi mentale …… Con rimandi a diversi survival anche recenti, come BURIED e JUNGLE, GOLD è un film messo in scena in maniera impeccabile e nel quale si mira a mettere in luce tutte le debolezze e fragilità umane quando sono messe alle corde tutte le sue certezze, avvelenate per l’occasione da una cieca speranza di ricchezza causata dal bene materiale più prezioso, e simbolo alchemico più potente, come l’oro. Poco o nulla sappiamo del protagonista, interpretato con maestria da un quasi irriconoscibile Zac Efron, come del contesto in cui si trova. Le poco informazioni sono date da una radio (dove i bitcoin hanno subito un valore a dir poco esagerato) e sono intuibili dal misterioso luogo di destinazione iniziale. Tra gelide nottate, tempeste di sabbia, sole cocente, cani affamati e misteriosi abitanti del deserto, la lotta per salvare la gigantesca pepita d’oro per il protagonista si farà, minuto dopo minuto, sempre più ardua e deleteria. Regia e fotografia, di valore, mettono bene in risalto il deserto alla MAD MAX, lasciando, grazie ad un finale secco, catacombale e poco edificante, che ben si addice all’avidità e perfidia umana, nella parte conclusiva la componente più estrema. Pur essendo un survival semplice (nulla di nuovo sotto il sole estremo, è proprio il caso di scrivere), GOLD riesce a mantenere costante tensione e curiosità sugli eventi narrati fino alla fine. Una pseudo tragedia greca dove la ricerca della pietra filosofale è destinata a trascinare l’uomo (e annessa caccia alla ricchezza eterna) all’unica destinazione possibile e …. inevitabile!! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
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