” Quando penso a mia moglie, penso sempre alla sua testa. Immagino di rompere quello splendido cranio per srotolarle il cervello e e ottenere delle risposte … alle domande fondamentali
di qualunque matrimonio: ‘a cosa pensi?’. ‘cosa provi?’, come ci siamo ridotti così?’ “
Senza il suo precedente ZODIAC, di David Fincher, GONE GIRL non sarebbe mai stato un thriller psicologico così maturo, profondo, agghiacciante e soprattutto avaro di risposte dirette alle molteplici domande, che hanno nel matrimonio, apparentemente perfetto, il loro universo privo di confini e certezze.
Tratto dal romanzo omonimo, uscito solo due anni prima, della scrittrice Gillian Flynn, che curerà anche la sceneggiatura della pellicola, GONE GIRL è un poderoso, elegante e raffinato quanto crudele ‘thriller matrimoniale’, dove quest’ultimo viene prima frammentato e poi ricostruito in maniera ruvida, letale e ipocrita attraverso un percorso duplice. Temporale, attraverso linee temporali differenti con sapienti flashback, e personale, con la duplice visione degli eventi da parte del marito e soprattutto della moglie ‘scomparsa’.
La storia iniziale è apparentemente semplice. Un uomo, Nick, denuncia la scomparsa misteriosa della moglie Amy. Questo, in quanto la moglie gode di un’aurea di celebrità in quanto musa ispiratrice della popolare serie di libri per bambini Amazing Amy ad opera dei suoi genitori, finisce sotto i riflettori dei mass media e dell’opinione pubblica, pronta a puntare il dito contro di lui per la scomparsa della moglie. Qualcosa non quadra nella scomparsa di Amy, per la polizia ma soprattutto per Nick e sua sorella, i quali scoprono che nel passato della donna ci sono zone d’ombra e oscuri presagi sulla sua personalità diabolica ….
Se la prima ora, abbondante, il film appare come una classica pellicola mainstream che ‘sa di già visto’, nella seconda parte il racconto si apre letteralmente a ventaglio, intrecciando le molteplici verità dei due protagonisti afferenti il loro matrimonio e conseguente disfacimento dello stesso prima e complessa analisi poi di due personalità, poco affini per natura, destinate ad avere la stessa dinamica di due forze uguali e contrarie.
David Fincher, autore americano oramai maturo al suo decimo lungometraggio, è uno dei pochi registi mainstream dotati di una costante forza provocante e imprevedibile dal punto di vista narrativo. Il film infatti non esclude una sottile ironia da un parte quanto una cruda analisi dei rapporti umani, ed in particolare di coppia, destinati a deflagrare improvvisamente, senza preavviso, in quanto la vera natura dei due protagonisti è destinata inevitabilmente a prendere il sopravvento. Il film ha, per fortuna della spettatore, diverse frecce al proprio arco. Se l’intreccio da thriller noir legato alla scomparsa di Amy e conseguente operazione di scavo nel matrimonio impossibile dei due protagonisti rappresenta il cuore della pellicola, vi sono numerose tematiche distanti tra loro che trovano in GONE GIRL terreno fertile. Dalla facilità dei mass media di distruggere e colpevolizzare chiunque in nome dell’audience, e quindi della futile opinione pubblica, fino alla faticosa ricerca della verità da parte della giustizia, anch’essa sopraffatta a volte da interessi figli di quanto sopra citato. Se la regia è di un’eleganza e di una qualità massima, con un fotografia glaciale e profonda come poche altre pellicole americane contemporanee, sarà la strabiliante performance della protagonista, interpretata da Rosamund Pike a diventare, da metà pellicola in poi, la vera forza trascinante della storia, travolgendo tutto e tutti, compreso il marito Nick, interpretato da Ben Affleck. Altro fiore all’occhiello della pellicola, legato sempre ad Amy, sarà un picco di violenza inaudita e improvvisa che anche da sola vale il prezzo del biglietto. Un tripudio di cinismo femminile e sangue impossibile da dimenticare a fine visione.
GONE GIRL, film simile a tanti del passato ma uguale a nessuno, è una delle pellicole più avvincenti e riuscite del cinema americano recente, in grado di abbracciare contemporaneamente il grande pubblico che quello più esigente e amante delle pellicole poco convenzionali. Se non è un capolavoro, poco ci manca!! VALUTAZIONE 4,5/5
H.E.
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