GRASS (1999) di Ron Mann

La battaglia politica proibizionista del governo americano nei confronti della marijuana nel 20° secolo …. come non l’abbiamo mai vista.
Sin dai primi anni del novecento vediamo, nel corso di questo documentario canadese, l’affermazione di una politica federale nei confronti della marijuana sbagliata, ponendola sin da subito come una questione di criminalità rispetto ad un approccio di sanità pubblica. Alimentati da pregiudizi, propaganda isterica e opportunismo politico imperterriti dalle voci della ragione sull’argomento, seguiamo la storia di una crociata sempre più costosa e futile contro una sostanza con discutibili effetti negativi, finendo così per danneggiare le libertà civili di base.
Dalle prime lotte ad opera di Harry J. Anslinger, ispettore del ‘Bureau of Prohibition’ durante il proibizionismo degli alcolici e celebre promotore dagli anni trenta di quello della cannabis, a quelle sempre più costose e prive di fondamento scientifico dei presidenti americani Nixon, Regan e Bush, con un solo piccolo intervallo negli anni settanta da parte di Jimmy Carter, unico a promuovere una campagna di decriminalizzazione della marijuana su scala nazionale.
A rendere unico e frizzante questo documentario, l’utilizzo dei numerosi filmati e film originali di propaganda per criminalizzare e demonizzare la canapa indiana e finanziati dal governo statunitense del primo ‘900. Uno su tutti REEFER MADNESS, celebre pellicola exploitation degli anni ’30 che mostrava improbabili effetti secondari dovuti all’utilizzo della cannabis, quali omicidi, follia e violenza di varia natura.
Se i filmati di propaganda e film anti cannabis fanno spesso sorridere, il mini docu film DRUG ADDICTION del 1951 è delirio puro, i numeri mostrati lasciano attoniti. Dalle prime spese degli anni ’30 per la lotta alla marijuana degli anni ’30, volute da Harry J. Anslinger, di circa 200 milioni di dollari, a quelle in epoca più recente, da Regan e Bush (padre), che superarono ampiamente i 50 miliardi di dollari. Una disinformazione e assoluta difficile da debellare ancora oggi, basata su nessuna base scientifica, spesso basata su stupide ideologie nate e fomentate nei banchi delle chiese americane. Proprio quando il numero dei figli bianchi benestanti, negli anni ’50 e prima dei figli dei fiori dei 60s, aumentò vertiginosamente nelle carcere americane per un una singola canna, le leggi sulla cannabis furono rivisitate parzialmente.
Uno dei migliori e più graffianti lavori documentaristi sull’assurda lotta del governo americano alla cannabis. Merito della sua riuscita è anche la voce narrante, opera di un pungente Woody Harrelson, il quale si è offerto gratuitamente come narratore per questo documentario più unico che raro. VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.