IDA (2013) di Paweł Pawlikowski

Molti segreti sepolti durante il terribile conflitto della seconda guerra mondiali sono destinati a rimanere tali …. o forse no.
Paweł Pawlikowski, uno dei cineasti polacchi attualmente più acclamati, scava a fondo nel passato più nero del suo paese, ambientando una storia, di ricerca della verità e non solo, 17 anni dalla fine della guerra (nel 1962) e ponendo al centro due figure femminili diverse ma altrettanto forti e controverse.
Polonia 1962. Anna è una giovane orfana prossima a prendere i voti in un convento di suore. La madre superiora la invita, prima di prendere i voti, ad incontrare la sua unica parente in vita, Wanda Gruz. Quest’ultima è una figura nota e famigerata nell’ambiente polacco, in quanto giudice e soprannominata “Wanda la sanguinaria”, in quanto ha mandato alla pena capitale decine di nemici dello stato comunista. L’incontro tra le due finirà per scatenare una serie di eventi tristi e che porteranno un passato oscuro della famiglia di Anna. Prima di tutto scoprirà di essere ebrea e di chiamarsi Ida. Inoltre le due, nonostante le diversità caratteriali e personali, inizieranno un viaggio alla ricerca della verità su quanto successo alla loro famiglia ebrea durante la guerra e destinato ad influire pesantemente sul loro futuro…..
IDA è uno dei migliori film di guerra senza essere ambientato negli anni del conflitto. Una visione aspra e soffocante di quanto le cicatrici di un popolo polacco passato dalla padella alla brace (dai nazisti ai comunisti) sia stato incapace di brillare di luce propria per decenni. Colpa di frangenti bellici inenarrabili e messi a tacere per il quieto vivere. I percorso che porterà queste due figure femminili così disuguali, una devota al cattolicesimo (opposto all’improvvisa scoperta di essere ebrea) e lontana dalle tentazioni della vita, al contrario della zia, avvezza a rapporti sessuali occasionali e dedita all’uso di alcool alla prima occasione. Man mano che la pellicola avanza, la storia diventerà sempre più aspra e mortificante, a partire dall’amara scoperta sulla tragica fine dei loro parenti. Tale scoperta scatenerà una reazione distruttiva su entrambe, costrette ad affrontare un demone interiore a lungo cercato e che dimostra l’incapacità, di una delle due, di affrontarlo. Per citare la zia, per combattere un demone bisogna prima affrontarlo, costringendo così Ida a lasciarsi andare prima dei voti, per sapere bene a cosa rinuncerà in futuro.
Girato in un bianco e nero datato, utile per focalizzare al meglio le due figure femminili protagoniste ed immergersi totalmente nei primi anni ’60 (complice una colonna sonora che comprende anche canzoni italiane dell’epoca), IDA è un’opera che sfiora, di pochissimo, il capolavoro assoluto, in quanto le riflessioni mescolate alle tantissime emozioni della seconda parte, non scivoleranno via tanto facilmente a fine visione. Sceneggiatura clamorosa (il film ha vinto, per quello che vale, anche l’oscar come migliore film straniero nel 2015), attrici protagoniste in stato di grazia ed una regia impeccabile, vi faranno innamorare di questo grandissimo film polacco. VALUTAZIONE 9,5/10

 

H.E.