LA BELVA (THE BEAST) del 2020 di Ludovico Di Martino

Per molti soldati la vera guerra inizia quando tornano a casa!
Se l’horror italiano, ahimè, continua a latitare, rimanendo a metà strada tra fiacche rivisitazione dei tempi d’oro del passato e scimmiottamenti scadenti di quello estero, un filone drammatico italiano (Da Garrone a Sollima, fino a f.lli D’Innocenzo), con venature estreme, negli ultimi vent’anni continua a regalare piacevoli sorprese. E’ il caso di questo nuovo, onesto e solido film d’azione, LA BELVA. Un crime noir che mette sul piatto diverse tematiche interessanti, dall’onore e difficile rivalsa di un ex soldato, dal crimine più becero afferente la pedofilia fino a rapporti familiari pieni di crepe impossibili da richiudere una volta aperte.
Leonida Riva è un ex militare delle Forze Speciali italiane in congedo. Un uomo sofferente nel fisico e nell’animo, costretto ad imbottirsi di psicofarmaci per sopravvivere ai rimorsi che lo tormentano e alla faticosa lotta per mantenere i legami con la sua famiglia, l’ex moglie ed i due suoi figli, Mattia e la piccola Teresa. Quando un girono la figlia Teresa viene misteriosamente rapita, l’ex capitano delle Forze Speciali è costretto a ritornare faticosamente quello di un tempo per ritrovarla, finendo così per rivivere gli incubi di un oscuro passato lontano ma mai dimenticato …..
A prima vista LA BELVA può apparire come uno pseudo remake di TAKEN (Io vi troverò) con Liam Neeson. Con l’avanzare della storia però ci troveremo al cospetto di un film d’azione che punta fortissimo sulla forte personalità e psicologia di una figura, quella di Riva, decisamente trascinante per tutta la pellicola, la quale di contraltare non presenta una sceneggiatura degli eventi proprio originale. A catturare sempre la nostra attenzione sarà sempre questa figura di Leonida (nome per nulla banale) fuori posto nell’ambiente in cui si trova, fuori quindi dall’ambiente militare e delle missioni in zone a rischio, inadatto come tanti ex militare a riprendere la vita da civile. La sua guerra sembra partire proprio da qui, mentre il suo passato, nonostante le sue rovinose vicissitudini, sembra mantenerlo in vita. Da lodare quindi la simbiosi perfetta tra l’attore Fabrizio Gifuni, in stato di grazia, e la figura di Leonida, una delle più interessanti del cinema italiano recente. Se escludiamo l’altra ottima parte del suo antagonista Mozart, un eccellente Andrea Pennacchi, il resto del cast fatica, finendo per non essere all’altezza de due ruoli principali. Vuoi per una sceneggiatura a tratti poco originale o per dei dialoghi spesso banali. Se le scene d’azione riflettono lo spirito attuale di Leonida (alcune belle impregnate di sangue) e qualche colpo di scena va giustamente sottolineato (quella successiva allo stallo alla messicana merita parecchio), va bocciato il posto finale, inutile e senza senso, a meno che sia in progetto un sequel.
LA BELVA, pur non essendo un filmone, merita elogi e attenzione per il coraggio di virare su un genere sconosciuto o quasi in epoca recente nel cinema italiano, ovvero l’action movie, senza rinunciare per questo a tenebrose atmosfere noir (supportate da una più che valida colonna sonora) e valorizzazioni di caratteristiche estetiche e narrazione puramente italiane. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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