L’horror senza essere film horror. Questa è l’essenza del ‘disturbing drama’ o dramma a tinte forti, dove gli orrori della realtà superano qualsiasi fantasia. L’ÉVÉNEMENT, noto in tutto il mondo con il titolo HAPPENING, rappresenta al meglio questa definizione, spingendola verso un dirupo senza fine tra la paura di un non futuro ed il terrore di essere travolti da qualcosa che dovrebbe rappresentare sempre e solo felicità e giubilo. Francia, primi anni ’60. Annie, una giovane e brillante studentessa sta completando gli studi, rimane incinta. L’aborto è illegale e Anne deve affrontare da sola una gravidanza non desiderata, lottando contro una società che le volta impietosamente le spalle ….Tratto dal romanzo omonimo di Annie Ernaux, L’ÉVÉNEMENT è un’opera singolare, pura e cruda, priva di qualsiasi cuscinetto buonista, in quanto non esita a scivolare costantemente verso un abisso dove l’urlo di aiuto della protagonista è inascoltato, sofferente e lacerante. Una regia essenziale, a tratti minimale e sgranata, mette in risalto tutte le difficoltà di una generazione costretta a silenzi, omertà e discriminazioni devastanti al cospetto di una libertà di oggi allora inimmaginabile, poi conquistata, con mille difficoltà e ora tornata prepotentemente sotto la lente d’ingrandimento causa le notizie d’oltre oceano. Questo non è stato il primo e nemmeno l’ultimo film su un tema così delicato. Da “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” al più recente “Never Rarely Sometimes Always”, anche il cinema ha subito, per fortuna, un’evoluzione e una prospettiva più ampia sull’argomento. LA SCELTA DI ANNE si può affiancare al film di Eliza Hittman per implacabilità e drammaticità, mentre per l’orrore estremo a quello di Cristian Mungiu. A rendere particolare e unico il film della franco libanese Audrey Diwan è la prospettiva, non solo femminile bensì del giudizio altrui, evidenziato da una onnipresente visione alle spalle della giovane protagonista, interpretata con forza giovanile, sofferenza e vigore viscerale da una bravissima e dalla bellezza angelica Anamaria Vartolomei, già nota sin da piccola grazie all’intensa interpretazione in “My Little Princess” nel ruolo della regista da bambina. Una sceneggiatura perfetta, che dosa abilmente tutte le informazioni da una parte e ben ci trascina nel contesto temporale della Francia dei primi anni ’60, dove gli echi della seconda guerra mondiale erano ancora presenti, permette allo spettatore di provare empatia per la protagonista in maniera crescente, fino a quale finale impossibile da dimenticare, tra sangue, sudore e dolore estremo, fisico e psicologico, destinato alla protagonista. Il cinema francese continua a rimanere su livelli drammatico estremi elevati, riuscendo, nello caso specifico di questo film, a mettere in luce le difficoltà gigantesche delle donne e ragazze quando sono costrette a combattere da sole … nel buio di una società ipocrita e ignorante. Imperdibile film sulla solitudine di una giovane ragazza al cospetto di una scelta estrema, destinata a lasciare in lei un segno indelebile su anima e cuore per sempre!! VALUTAZIONE 4,5/5
H.E.
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