LITTLE OTIK (OTESANEK) del 2000 di Jan Švankmajer

 

Otesánek è una celebre fiaba ceca ottocentesca scritta da Karel Jaromír Erben e che racconta la storia di un terribile e vorace mostro di legno, nato da un pezzo di albero come il nostro Pinocchio.
Jan Švankmajer, un gigante del cinema weird e dello stop motion, realizza un’opera surreale e strabiliante (dalle forti tinte horror) ai giorni nostri, ed ispirata alla sopra citata fiaba di Otesánek.
Quando una giovane coppia, Karel e Bozena, apprende che non può avere figli, questo provoca una grande angoscia in entrambi, creando ossessioni e visioni allucinogene continue con protagonisti neonati ed infanti. Per alleviare il dolore di sua moglie, l’uomo trova un pezzo di radice, nel cortile della loro casa in campagna, tagliandolo e modellandolo a forma di bambino. Tuttavia la donna prende la radice come suo figlio ed inizia a fingere che sia reale. Ben presto il sogno si trasformerà in incubo, quando il piccolo bambino, battezzato con il nome Otik, inizierà ad avere una fame insaziabile e sempre più inarrestabile. Quando inizieranno a scomparire misteriosamente delle persone, gli altri inquilini del palazzo dove vivono Karel e Bozena, inizieranno a nutrire dei sospetti, in particolare una bambina decisamente curiosa ed appassionata alla celebre fiaba ceca di Otesánek …….
Jan Švankmajer trasforma una fiaba, già controversa di suo, in un dramma weird e horror dove l’analisi dei numerosi personaggi mostrati, dai genitori ai pittoreschi co-inquilini del palazzo, risulta graffiante e fortemente psicologica. Al centro della storia il desiderio di avere un figlio e successivamente tutto quanto ne comporta la crescita. Gioia, dolore, ansia, aspettative e soprattutto, per la gioia assoluta dello stesso Jan Švankmajer, l’ossessione per il cibo dell’attuale epoca consumistica, mostrata spesso in maniera disgustosa. Fonte primaria per qualsiasi bambino per crescere, chiodo fisso di molti genitori per colmare carenze affettive e psicologiche nei confronti dei figli. L’unione della fiaba horror con queste tematiche, il desiderio di avere il figlio e l’ossessione per la sua crescita forzata, confluiranno e si fonderanno in una titanica pellicola weird dove viene condensata tutta la vulcanica genialità di Švankmajer. Tra animazione in stop motion (quasi tutta afferente il bambino di legno mostruosamente affamato), personaggi grotteschi (pedofili, bambine irritanti, vicine ficcanaso, maschilisti, donne nevrotiche, omuncoli e altri ancora), animazione ad acquerelli, spot pubblicitari bizzarri (alcuni sono celebri cortometraggi del regista), gore (ebbene sì) e visioni terrificanti, finiremo per rimanere travolti e scioccati da una quantità enorme di contenuti, tematiche e sequenze ai limiti dell’impossibile da lasciarci più volte senza fiato.
Altro elemento importante onnipresente nella pellicola è l’ironia macabra e nerissima, vero collante per unire i diversi generi cinematografici (horror, weird, lack comedy) e l’animazione (tradizionale e stop motion) presenti.
Una favola nera e oscura da vedere con il sorriso stampato in faccia, dove però il senso oscuro di malessere e terrore che imperversa senza freni, difficilmente scivolerà via a fine visione. Una pellicola pazzesca, senza eguali, superlativa e straordinaria! VALUTAZIONE 9,5/10

 

H.E.

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