MR. VENDETTA (Sympathy for Mr. Vengeance) del 2002 di Park Chan-wook

Park Chan-wook, uno dei registi coreani più elogiati in tutto il mondo e dopo aver scaldato i motori negli anni ’90, nel nuovo millennio sforna una serie di capolavori a ripetizione, ponendo le basi per tutto il cinema estremo non solo del suo paese. Il primo capitolo di quella che diventerà successivamente la celebre ‘trilogia della vendetta’ (OLDBOY e LADY VENDETTA gli altri due strepitosi capitoli) è una ‘matrioska revenge’ che inizierà in sordina, per crescere lentamente ma costantemente come una gigantesca onda emozionale, scioccante e assolutamente imprevedibile, mescolando continuamente orrore, dramma e grottesco come solo il cinema sud coreano di estrema qualità sa realizzare da vent’anni a questa parte. Corea del Sud. Ryu, un giovane sordomuto, decide di licenziarsi dal suo lavoro di saldatore per beneficiare della liquidazione, destinata questa al trapianto di un rene per la sorella gravemente malata. Per sua sfortuna la somma della liquidazione è irrisoria e insufficiente per il trapianto. Decide così di affidarsi al crimine organizzato per rimediare illegalmente un rene, proponendo il suo in cambio di uno per la sorella. Purtroppo per lui finisce beffato e addirittura i criminali gli asportano un rene abbandonandolo a operazione conclusa, in un deposito abbandonato. Preso dalla disperazione, Ryu trova nella sua vulcanica e dinamica ragazza Yeong-mi una soluzione estrema per salvare la sorella. Ryu e la sua ragazza sviluppano un piano per rapire la figlia del sig. Park, ex datore di lavoro di Ryu, al fine di chiedere un cospicuo riscatto per l’agognato trapianto di rene ……. purtroppo per tutti i protagonisti di questa ingarbugliata e contorta storia, le cose non andranno come previsto ……L’inizio toccante, con una lettera della sorella letta in una radio locale impossibile da ascoltare per Ryu, è solo un fugace antipasto dell’altalena di emozioni perennemente contrastanti che da li a breve ci travolgerà inconsapevoli, lasciandoci sempre più stupiti e ansiosi per le vicende di tutti i protagonisti, grandi e piccoli, primari e secondari. Forte di una sceneggiatura imponente, dove tutti i tasselli senza senso mostrati nella prima parte, troveranno, come in un enorme puzzle, la loro collazione nella seconda parte. Dalla lettera della sorella letta in radio ai bizzarri criminali di organi, dalle assurde storie della vicina di casa e fidanzata di Ryu fino al capovolgimento frenetico di vendette trasversali, senza dimenticare quel filo conduttore di amore, paterno e fraterno, messo sullo stesso piano ma destinato, come vedremo nella parte conclusiva, a finire in un pozzo nero di triste solitudine esistenziale. Per rendere sempre deprimente e avvilente la storia, quindi priva di speranza, finiamo sempre in luoghi angusti, sporchi e selvaggi. Che si tratti di un argine di un fiume, di una fabbrica, di un capannone abbandonato o di un appartamento, la fatiscenza ed il degrado sembrano specchiare la vita sofferente dei nostri protagonisti. Anche quando, nel caso di Park, la ricchezza ed il lusso superficiale ne coprono un logorio dell’anima dovuto ad un momento nefasto, punto cruciale e di svolta delle tristi vicende dei nostri vendicatori. Se i luoghi saranno presentati in maniera maniacale e mai lasciati al caso, la caratterizzazione di Ryu, Park e Yeong-mi, i tre cardini sui quali ruota la fatidica vendetta, permetteranno al regista di esaltare l’incomunicabilità e la freddezza della società coreana ampiamente illustrata (per esempio amplificata quando Ryu parla con la sua compagna attraverso il linguaggio dei segni) nel cinema coreano negli anni a venire, per ultimo nell’ottimo PARASITE targato Bong Joon Ho.MR. VENDETTA è stato uno spartiacque fondamentale per tutto il cinema coreano più estremo, senza il quale non solo non avremmo avuto gli altri due capitoli della trilogia sopra citata ma forse nemmeno altri furiosi film coreani come I SAW THE DEVIL e BEDEVILLED, revenge movies unici nel fondere dramma e vendetta estrema, destinata quest’ultima miseramente a fallire e compiersi per come era stata studiata proprio come quella di questa pellicola di Park Chan-wook. Per ultima è impossibile non citare la componente estrema. Tra tendini lacerati e arterie esplose, torture elettriche e morti improvvise ed estremamente drammatiche, lo shock visivo è … garantito!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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