Uno dei polizieschi italiani più riusciti ed estremi degli anni d’oro nel nostro cinema, è stato senza dubbio NAPOLI VIOLENTA, secondo capitolo della ‘Trilogia del commissario’ (ROMA VIOLENTA e ITALIA A MANO ARMATA gli altri due capitoli), con protagonista il commissario Betti, interpretato da un’icona mai dimenticata del cinema di genere come il roccioso Maurizio Merli.
Il commissario Betti, un poliziotto non troppo amante delle regole imposte dalla legge, viene trasferito da Roma a Napoli, città a lui già nota in passato. Appena sceso dal treno e prima di raggiungere il commissariato di polizia, Betti riceve subito il ‘bentornato’ in città da O’Generale, una sua vecchia conoscenza e tra le figure di spicco della camorra locale. Tra rapine sanguinarie, omicidi e violenze di ogni genere, la strada del suo vecchio nemico è destinata ad incrociare nuovamente quella del commissario, deciso come in passato ad incastrarlo, lasciando dietro dietro questo conflitto una scia di morte e sangue senza fine ……..
La visione della Napoli estrema e criminale da parte di Lenzi è straordinaria, in quanto onnipresente. Attraverso musiche, tradizioni, paesaggi inconfondibili del capoluogo campano ed inevitabili luoghi comuni, destinati ad alimentare omertà, terrore e figure quanto mai controverse ed avvezze sempre e solo al crimine. Se nel complesso questo ‘crime movie’, come lo sarebbe ora definito, non delude mai, il finale è da applausi scroscianti, con prima una regolazione di sconti inaspettata ma liberatoria, e poi con un momento drammatico e toccante che riguarda uno scugnizzo protagonista in precedenza di un tragico evento. Menzione speciale per John Saxon, altra icona del cinema di genere, questa volta nei panni di un imprenditore viscido, opportunista e ovviamente poco limpido.
NAPOLI VIOLENTA è un poliziesco made in Italy che ha fatto scuola, merito assoluto di uno dei registi italiani più grandi di sempre come Umberto Lenzi. Bomba! VALUTAZIONE 9/10
H.E.