Il capolavoro estremo di Lars von Trier, ultimo capitolo della trilogia della depressione (Melancholia e Antichrist gli altri due), è un’opera titanica per durata (330 min la versione estesa, l’unica da vedere per ‘godere’ al massimo di questa sublime visione), per un cast eccezionale, per visioni scioccanti, alternate sapientemente ad altre stimolanti, e soprattutto per una quantità enormi di contenuti che mettono in luce il continuo intreccio diabolico tra sesso, storia, sport (pesca affiancata alla caccia da parte della ninfomane per i ‘pesci grossi’), religione e temi scottanti e controversi (aborto, tradimento, morte, sesso-maniaci, parità sessuale). Se la spina dorsale rimane la vita, dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza, di una ninfomane, tutto viene presentato attraverso un curioso e casuale prologo e concluso con un furioso epilogo maschilista, quasi a sottolineare quanto presentato sia destinato al cestino o peggio ancora sia stato fondato su ricordi (ri)costruiti attraverso oggetti e stimolazioni visive di una ninfomane oramai cinquantenne. Tutti i ricordi saranno filtrati e diventeranno dei virtuosi parallelismi con l’arte, la matematica, la cultura, la religione e la storia dell’umanità. Una dimostrazione lampante che ogni scelta umana è sempre figlia di una storia millenaria, più o meno diretta, basta sempre e solo sul sesso, forte o debole, presunto, che sia.
Un uomo di nome Seligman trova una donna, Joe, svenuta e ferita in un vicolo e la porta a casa sua. Lei gli dice che si chiama Joe e che è ninfomane. Joe, trovandosi a suo agio con l’uomo solitario ed erudito Seligman, inizia a raccontare la sua vita sin dal principio. Dalle sue prime esperienze sessuali ai rapporti con centinaia di uomini, passando dalla passione per il sadomaso fino a scelte estreme che ancora la tormentano …….
Diviso in otto capitolo (The Complete Angler, Jerôme, Mrs. H, Delirium, The Little Organ School,The Eastern and the Western Church, The Mirror eThe Gun) e presentato in due volumi, NYMPH()MANIAC è un’opera provocatoria che non rinuncia a momenti drammatici, senza cercare mai di compiacere lo spettatore gettandogli l’estremo in faccia senza proporgli una contorta spiegazione dello stesso. Lars von Trier non fugge in quest’opera quando deve mostrare la morte e la sofferenza (il padre di Joe), l’appetito sessuale si una ninfomane assatanata, la curiosità sessuale dell’infanzia e della pre-adolescenza, gli sbagli e le incomprensioni di una coppia e la maledetta consapevolezza del vuoto esistenziale, colmata più volte da sesso gratuito e usato più volte per colmarlo. Come scritto sopra, nonostante le vicende delle vita che coinvolgono Joe siano spesso al limite, a volte grottesche e spesso tremendamente eccitanti, quel finale e l’ultima frase di Seligman non lasci dubbi sull’impossibilità da parte dell’uomo di conoscere veramente l’anima che pervade una donna, desideri e passioni segrete comprese. Un mondo ignoto secondo il regista danese, nonostante per oltre 5 ore scavi senza censura nelle sue profondità fisiche, psicologiche e dei ricordi. Che NYMPH()MANIAC sia un tipo di cinema speciale lo si intuisce dalla rovinosa e misteriosa introduzione, resa ancora più ruvida dalla musica dei Rammstein. Saranno i ricordi di Joe, elaborati e influenzati dal suo interlocutore, a presentare una lei diversa da come appare oggi. Non solo più giovane ma maggiormente sensibile ai sentimenti, alla curiosità ed agli stimoli, non solo sessuali. Quella più attuale, che affermerà fiera di essere una ninfomane ad un incontro per ‘disintossicarsi’, non avrà più nulla da spartire con la sua ormai sbiadita lei del suo passato. l’unico vero e solido legame con il passato, rimane il ricordo legato al padre, e quel magnifico simbolismo associato agli alberi, ai rami che rappresentano l’istinto di sopravvivenza e le foglie specchio dell’anima. Impossibile da dividere in due parti, nonostante sia stato fatto per ovvie ragioni commerciali, NYMPH()MANIAC è uno stupefacente racconto multicolore e multiforme iper sessuale, senza limiti e freni, anche quando si toccano temi delicati come l’aborto, la pedofilia e l’abbandono. Visivamente impressionante e con un cast stratosferico, uno meglio dell’altro con le due Joe (Charlotte Gainsbourg e Stacy Martin) semplicemente favolose, questo film è un capolavoro monumentale sulla sessualità estrema a 360°!!! VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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