Opera estrema da visione obbligatoria, poco reclamizzata e fastidiosa per molti italiani ancora oggi. Dopo ‘Prigionieri di guerra’ e ‘Su tutte le vette è pace’, questo documentario, un collage molto simile ad uno shockumentary, conclude la trilogia di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi sulla prima guerra mondiale. Spingendosi su territori visivamente estremi, che raramente si possono vedere negli innumerevoli documentari italiani e stranieri afferenti la prima guerra mondiale, i due registi assemblano video post bellici, riguardanti perlopiù i reduci e le popolazioni del vecchio confine tra l’Italia e l’impero Austro Ungarico, durissimi da digerire. Dall’emblema del totalitarismo alla sofferenza fisica individuale, i registi utilizzano questa rappresentazione della violenza estrema dell’uomo per redigere un inventario anatomico del corpo danneggiato ed esaminare le conseguenze del conflitto sui soldati e bambini, dal 1919 al 1921. Dalla decostruzione corporea alla ricostruzione artificiale del corpo umano, senza l’aiuto di dialoghi, con pochissime didascalie (unica pecca del documentario), e utilizzando solo immagini di repertorio (censurate e scartate da altri documentari), i due registi cercano di capire come l’umanità possa dimenticare sé stessa e perpetuare questi orrori dopo un conflitto così disumano e terribile.
Probabilmente il documentario più estremo, atroce e mortificante sulla prima guerra mondiale, dove sono mostrati i postumi immediati di un conflitto terribile, superato per abomini solo da quello apocalittico della successiva e più terrificante, in termini di vittime, seconda guerra mondiale.
Corpi dilaniati, visi deturpati e mostrati in macabri sorrisi beffardi, ricostruzioni corporee allucinanti, operazioni chirurgiche al limite e protesi meccaniche, saranno i protagonisti raccapriccianti di quest’opera silenziosa, dove le musiche classiche accompagnano visioni terribili, destinate ad amare riflessioni ben 100 anni dopo dalla loro realizzazione.
Filmati rimasti nascosti e sepolti per quasi 90 anni, in quanto poco consoni alle dittature europee dell’epoca, pronte ad immergersi in una nuova guerra sanguinosa. Stesso e parallelo destino del celebre museo degli orrori della prima guerra mondiale di Berlino, subito chiuso con l’avvento del nazismo. Gli orrori delle guerre del secolo scorso hanno segnato indelebilmente le generazioni postume, incapaci però di far ascoltare la propria voce nonostante gli orrori subiti. Soldati e civili (bambini in particola modo) deturpatati dalle conseguenze di una guerra moderna, sono e resteranno per sempre carne da macello e destinati a sacrifici inumani, per soddisfare esigenze economiche, avidità e sete di potere dei vertici politici e finanziari mondiali.
Questo documentario di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi è da vedere in rigoroso silenzio e senza voltarsi dall’altra parte, in quanto anche chiudere gli occhi equivale a chiudere la mente e buttare ogni cosa, per l’ennesima volta, sotto il tappeto. Imperdibile, oggi forse più di allora! VALUTAZIONE 9/10
H.E.