Il capolavoro di Miloš Forman è uno di quei titoli che non devono assolutamente mancare nella tana di qualsiasi cinefilo o appassionato di cinema, indipendentemente dai propri gusti personali. Tratto dall’omonimo romanzo del 1962 di Ken Kesey quest’opera, il cui titolo si fa proprio ad una terminologia americana di uso comune per indicare un’istituto psichiatrico (o meglio un manicomio), ha il merito maggiore di agganciarsi continuamente a delicate tematiche sociali e esistenziali non sempre legate alle malattie mentali e annessi metodi per ‘curarle’. Dai rapporti tra genitori e figli adolescenti ai diritti comuni di ogni singolo individuo, dagli abusi sessuali fino ai metodi estremi per reprimere qualsiasi forma di protesta, il film di Forman ha nelle sue corde numerose tematiche sociali e psicologiche che finiscono per intrecciarsi continuamente tra loro senza perdere mai di vista la storyline principale dedicata alla figura istrionica e selvaggia del protagonista McMurphy, interpretato in maniera viscerale, magnetica e travolgente da un Jack Nicholson in stato di grazia. Senza una grande antagonista (tornata di moda di recente con la serie tv RATCHED) come l’infermiera gelida e repressa interpretata da Louise Fletcher, forse il film non avrebbe avuto lo stesso successo, o perlomeno non avrebbe messo in risalto la dura repressione sistematica da parte dell’autorità dell’istituto ai danni dei suoi pazienti ed in particolare del vulcanico McMurphy.Per quanto concerne la trama iniziale seguiamo le vicende del turbolento Randle Patrick McMurphy, il quale finisce, dopo essere stato in carcere per violenza sessuale, o presunta tale, in un istituto psichiatrico dello stato di Salem a causa dei suoi riottosi comportamenti. McMurphy, sotto le cure, non sempre dolci, della capo infermiera Ratched, aspetterà l’occasione giusta per scappare dall’istituto, non senza però finire per allacciare rapporti umani con gli altri pazienti, finendo però per essere coinvolto con le loro vicende e personalità alquanto poco convenzionali ….. Non è da escludere che il meno noto lavoro TITICUS FOLLIES di Frederick Wiseman sia stato partorito dal celebre documentarista dopo aver il romanzo sopra citato, in quanto molte cose che visioneremo nel documentario, troveranno spazio nel film. Una luce meno cruda ma non per questo meno attenta sulle cure ortodosse e poco funzionali dedicate a persone con disturbi mentali e problemi psichici. Da inutili terapie di gruppo fino a repressioni fisiche estreme come elettroshock e lobotomia, pratiche comuni usate fino ai primissimi anni ’60. Contorno perfetto di questo scontro succitato tra il ribelle McMurphy e l’infermiera Ratched, ancor più dell’ambiente psichiatrico dell’istituto, abbiamo una compagine attoriale di livello eccelso. Danny De Vito, Brad Dourif e Christopher Lloyd solo per citarne alcuni, senza dimenticare la figura, centrale nella storia, del grande capo ‘sordo muto’ Bromden, interpretato dal gigante Will Sampson. In ONE FLEW OVER THE CUCKOO’S NEST sono alternati con cura maniacali frangenti anche semi ironici ad altri più crudi e feroci, senza dimenticare drammi personali e visioni ad ampio respiro su un micro mondo, come quello di un ospedale psichiatrico, specchio inesorabile di un mondo perennemente in conflitto tra chi detiene il potere (ad ogni costo e con qualsiasi mezzo) e chi lo contesta. Pellicola fondamentale e sempre attuale!! VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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