PIGS (Daddy’s Deadly Darling) del 1973 di Marc Lawrence

Uno dei titoli imprescindibili del cinema più estremo made in USA degli anni ’70 è, senza dubbio alcuno, PIGS di Marc Lawrence, noto anche con il titolo ‘Daddy’s Deadly Darling’ e distribuito solo in seguito dalla mitica TROMA. Puro exploitation estremo, dove sono anticipate, di un anno e solo in parte, le atmosfere selvagge, degradanti e malsane del cult ‘The Texas Chain Saw Massacre’ di Tobe Hooper, dove gore, bifolchi e personaggi disturbati sfociano in tripudi di sangue e violenza la loro irrefrenabile follia omicida. Lynn Hart è una giovane donna disturbata in fuga da un ospedale psichiatrico. Rubando l’uniforme e l’auto di un’infermiera, Lynn finisce in una piccola città della California dove incontra e si ritrova con Zambrini, un vecchio contadino ex circense che gestisce il motel e il caffè lungo la strada. Zambrini possiede anche un gruppo di maiali che tiene in un recinto dietro casa sua e che hanno in qualche modo sviluppato un gusto per la carne umana, in quanto lo stesso ruba i cadaveri dal cimiero per rifocillare i suoi insaziabili suini. Quando Lynn inizia a uccidere un certo numero di uomini, che le ricordano passato tragico e che scopriremo solo successivamente, Zambrini la aiuta a smaltire i corpi dandoli ai maiali. Indagando sulle sparizioni, lo sceriffo locale alla fine diventa sospettoso del passato di Lynn e un investigatore privato, assunto dall’ospedale per trovarla, si avvicina lentamente a Lynn ….. Forte di un connubio ‘padre figlia’ (Il regista interpreta Zambrini e la figlia Lynn) con evidenti affinità anche nel corso della pellicola, PIGS, pur non essendo una pellicola con particolari ambizioni, riesce con i pochi mezzi a disposizione a creare una contesto rurale e putrido grazie non solo ai maiali ed alle paranoiche vicine di Zambrini ma soprattutto alla figura instabile della schizofrenica, paranoica e misteriosa Lynn, imprevedibile carnefice dal passato deleterio a causa di violenze e abusi subiti da parte del padre, il quale ha finito per destabilizzarne inevitabilmente la mente. Tra grugniti inquietanti, corpi dilaniati, tripudi di sangue e intrecci romantici malsani, finiamo per rimanere rapiti sia dalla figura di Lynn che da quella del suo ‘padre adottivo’ Zambrini, due emarginati dalla società, costretti alla solitudine mentale, i quali finiranno per trovare un sinistro equilibrio tra loro, legato inizialmente dalla sopravvivenza e destinato poi a finire in un tragico epilogo per uno dei due. Senza particolari virtuosismi o effetti speciali sbalorditivi, il film riesce a mantenersi su livelli estremi notevoli, complice la succitata atmosfera unica del cinema horror low budget degli anni ’70. Un piccolo gioiello estremo, psicologico e violento, con solo un pizzico di sovrannaturale mistico nel finale, da visione obbligatoria! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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