SERIAL MOM (La signora ammazzatutti) del 1994 di John Waters Scritto il Settembre 3, 2019Gennaio 25, 2020 Facebook Dopo i fasti disgustosi degli anni ’70, con quasi sempre al centro delle sue straripanti storie l’immancabile suo feticco preferito Divine, due musical nel decennio successivo (Cry Baby e Hairspray), quel geniaccio di john Waters fa centro a metà anni ’90 con una delle commedie horror più spassose e brillanti di sempre: SERIAL MOM (‘La signora ammazzatutti’ il titolo italiano). Se la prova immensa di una vulcanica Kathleen Turner, nei panni di un’assassina seriale senza precedenti, risulta accattivante e riuscita in maniera pazzesca, è lo stile rinnovato di Waters a colpire spettatori e critica. Perfetto nel coniugare l’irriverenza dei suoi primi lavori con lo stile candido imperante, prendendolo in giro con graffiante ironia, del cinema americano degli anni ’80 e primi ’90, senza dimenticare le pubblicità martellanti di persone e luoghi perfetti, il perbenismo a tutti a tutti i costi e le commedie dementi e demenziali che andavano per la maggiore in quel periodo storico. Un quartiere apparentemente perfetto della famiglie della classe media di Baltimora è scioccato quando queste scoprono che uno dei loro vicini sta ricevendo telefonate oscene. La mamma Beverly R. Sutphin prende molto sul serio la sua famiglia, e ben presto si scopre che è davvero lei a molestare il vicino. Quello che professori e amici dei loro figli, i vicini e la polizia non sanno, è di non irritare mai la mamma Beverly, in quanto la stessa non esita nemmeno per un secondo a metterli a riposo ….. per sempre! Quando i cadaveri iniziano ad aumentare vertiginosamente e gl indizi portano tutti nella stessa direzione, la mamma Beverly, la sua famiglia prima (che scopre una sua passione sfrenata e segreta per i serial killer) e la polizia poi, faranno di tutto per porre fine ad un massacro inarrestabile, contorto e privi di senso logico …. almeno per loro! Citazioni infinite di serial killer veri ed immaginari (si spazierà da Ted Bundy a Henry pioggia di sangue) al cinema horror splatter primordiale, quello del mitico Herschell Gordon Lewis, situazioni incredibili che definire assurde non renderebbe loro giustizia ed una isteria passionale per il macabro sono le basi di questo travolgente e coinvolgente lavoro cinematografico, eccezionale nel far sorridere a 32 denti nonostante gli efferati e crudelissimi omicidi da parte di Beverly, una psicopatica schizofrenica che risulterà tanto amata e glorificata da quel pubblico americano che tanta ama l’essere umano quando diventa diabolico, finendo per compiacerlo ed innamorarsene. Una passione per il crimine sensazionale associato ad una figura fuori dal comune (ved. Charlie Manson o il sopra citato Ted Bundy) che il popolo americano (se non tutto buona parte sicuramente), ubriacato dai mass media, sembra non farne a meno e risulta per diventarne quasi complice assecondane la loro follia omicida. Aggiungiamoci la creazione estetica della perfetta mamma americana (‘sembra uscita dalle pubblicità’ affermerà uno dei poliziotti dopo il primo incontro con Beverly). Oltre a quanto scritto sopra a rendere grandioso questo film è l’imprevedibilità continua, in quanto cambia direzione continuamente attraverso situazioni illogiche che rendono ancora più energica ed impazzita la figura della mamma killer. La critica, anche se in chiave ironica, ai mass media risulta evidente, colpevoli secondo Waters di una metter troppo sul piedistallo il killer di turno (curiosamente è dello stesso anno l’incredibile caso O.J. Simpson”), glorificando il male e cercando di renderlo come qualcosa di affascinante ma estraneo alla società perfetta in apparenza, negandone così l’appartenenza inevitabile alla stessa. Se gli omicidi resteranno a lungo nella memoria dello spettatore, come gli sbalzi d’umore di Beverly, il pezzo forte arriva nell’ultima mezz’ora, con un processo in perfetto stile USA (ved. in merito la recente docu-serie THE JINX) dove Beverly darà sfogo estremo delle sua abilità provocatorie e psicologiche riuscendo a massacrare le ‘certezze’ del capo d’accusa. Il finalissimo esagerato riporta alla memoria i primissimi gloriosi film di Waters, con un mucchione selvaggio e beffardo degno della migliore Divine (dove brilla una simpaticissima Suzanne Somers, candidata per interpretare una serie tv ispirata alla mamma killer). Impossibile non citare infine la folgorante performance musicale delle ispiratissime L7, forti di leggins coloratissimi e …. super attillati! Esistono film che si amano o si odiano, SERIAL MOM invece si può solo amare …. e mi raccomando, differenziate i rifiuti domestici se non volete fare una brutta fine 😀 !! VALUTAZIONE 4,5/5H.E.