SHOOTING THE MAFIA (2019) di Kim Longinotto

Dopo aver realizzato decine di documentari sulle donne vittime dell’oppressione e delle discriminazioni nel mondo, la regista inglese Kim Longinotto punta i riflettori, nel suo ultimo documentario, sulla foto reporter italiana Letizia Battaglia. Longinotto realizza un documentario intenso e scioccante sulla vita della donna, in parallelo con quella della mafia palermitana, da Letizia fotografata e immortalata, dagli anni ’60 fino ai giorni nostri, nel corso della sua lunghissima carriera. Dalla sua infanzia controversa al desiderio irrefrenabile di libertà, seguiamo, attraverso immagini di repertorio affiancate da profonde e illuminanti interviste a Letizia, la sua vita ed il percorso che l’ha portata a diventare foto reporter in uno dei luoghi più pericolosi dell’Italia e del mondo degli anni ’70, ’80 e ’90, ovvero Palermo e dintorni. Nelle primissima parte scopriremo la sua vita da ragazza, dove si sposerà all’età di soli 16 anni e la sua trafila che la porterà a lavorare per il quotidiano L’Ora di Palermo sul finire degli anni ’60. Grazie alla fotografia letizia riuscirà ad esprimere tutto quello che le parole e la scrittura non sono mai state in grado di rappresentare della sua vitalità, della sua arte e soprattutto del suo desiderio di emancipazione. Un merito da dividere in due componenti, una negativa e una positiva. La prima purtroppo, per le scene macabre che quotidianamente catturava, e la seconda per fortuna, grazie alle quali riuscì ad imporsi a livello nazionale, attirando su di sé elogi ma soprattutto minacce. In particolare per lei furono le foto al boss mafioso Luciano Liggio, nel 1974 a seguito della sua cattura, a segnare per sempre la sua carriera ma anche la valutazione personale su ‘ cosa nostra’ ed il concetto di potere criminale che avvolgeva in quel contesto non solo Palermo ma la Sicilia intera. Scatti, durante il primo processo a Liggio, entrati nella storia, come quelli degli infiniti omicidi (in alcuni frangenti anche 10 al giorno) dove Letizia immortalava senza censura anche bambini e donne uccise. In particolare, lo scatto che cambierà per sempre la sua concezione concreta sulla mafia palermitana, sarà quello di una donna uccisa assieme ai suoi amici omosessuali (scatto mozzafiato), colpevoli di spacciare cocaina in un quartiere palermitano senza permesso da parte di ‘cosa nostra’. Ad ammortizzare la tensione causata dalle tantissime foto shock (alcune in grado di far tremare i polsi a chiunque ancora oggi), Kim punta i riflettori anche sulla storia della vita privata di Letizia, ricca di amori e amanti (alcuni intervistati assieme a lei nel corso del documentario). Un passaggio obbligato per capire e carpire al meglio una forte personalità caratterizzata da mille sfaccettature non prive di difetti e per nulla esente da errori come quella della foto reporter. Per due terzi il doc sembra preparare il terreno agli eventi che portarono prima la maxi processo di fine anni ’80 a Palermo, dove sul banco degli imputati vi erano centinaia di ‘uomini d’onore’ (ma che onore sottolineerà con fermezza Letizia, mostrando le foto dei bambini uccisi a sangue freddo dalla mafia palermitana) e poi alle note esecuzioni, stile guerra mediorientale, ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino del 1992. Letizia, nonostante arrivò in entrambi il luoghi degli attentati (Capaci e la casa della madre di Borsellino), non riuscì, per l’amore ed il rispetto infinito che nutriva nei confronti di questi due Uomini, a scattare nemmeno mezzo scatto (i racconti del corpo dimezzato di Borsellino, da parte di Letizia, ci lasceranno di pietra). SHOOTING THE MAFIA è senza dubbio un punto di vista diverso, rispetto a quello del giornalismo italiano, spesso legato a strani e sinistri giochi di potere occulto (non è un caso se subito nel doc viene citato Peppino Impastato), dove attraverso l’obiettivo di Letizia riusciamo a mettere perfettamente a fuoco gli orrori di un male tutto italiano (ma del quale ne faremmo volentieri a meno). Un’opera stupenda su una donna straordinaria, sul suo lavoro fondamentale e su un periodo storico nerissimo (e vergognoso) del nostro paese che purtroppo …. non sembra voler rimanere confinato solo nel passato. Fondamentale! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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