‘Questa è per tutte le anime perdute che corrono verso la redenzione … e tutti i peccatori che scappano dal passato dirigendosi direttamente in quella fossa di oscurità’Uno dei più incisivi sforzi collettivi del decennio scorso, nel panorama indipendente ed estremo americano, è senza dubbio SOUTHBOUND (in Italia noto anche come AUTOSTRADA PER L’INFERNO), una singolare antologia horror figlia degli stessi produttori della trilogia V/H/S. Questa volta niente ‘found footage’ o storie legate da un filo conduttore invisibile o debole, bensì un’accattivante storyline circolare con episodi (cinque in tutto) e personaggi che si intrecciano in maniera tentacolare, vorticosa e soprattutto … letale. Ecco di seguito un breve riassunto dei cinque episodi:THE WAY OUT: due uomini sporchi di sangue sono in fuga lungo una polverosa strada del deserto americano. A braccarli di senza sosta vi sono degli inquietanti esseri volanti, biomeccanici e dall’aspetto sinistro …. SIREN: Tre ragazze rimangono a piedi nel deserto dopo che il loro furgone ha forato. In loro aiuto giunge una coppia fin troppo benevola ma amichevole, che nasconde sotto la parvenza di brave persone l’appartenenza ad una setta dedita a sacrifici umani THE ACCIDENT: Una delle ragazze precedente riesce a fuggire dalla setta ma finisce per essere investita da un’auto in corsa. L’uomo, di nome Lucas, alla guida della vettura fa di tutto per aiutarla, portandola al pronto soccorso più vicino. Qui qualcosa non va (anzi, va tutto a puttane), in quanto tutto il personale sembra svanito. Ad aiutarlo giunge una voce misteriosa (inizialmente il 911) che lo guida su una impossibile e improbabile operazione chirurgica degna dei peggiori fronti di guerra …..JAILBREAK: la voce misteriosa che guidava Lucas nelle ‘cure’ della ragazza investita ha un volto, quello di una donna. La quale si reca in un bar dove è in atto una disputa tra un uomo armato, alla ricerca della sorella perduta Jesse, e gli avventori del locale. Gli eventi porteranno l’uomo a incontrare la sorella, che lo trascinerà nel deserto in un epilogo poco edificante. THE WAY IN: Collegato all’episodio precedente e al primo, questo atto ‘finale’ chiude il cerchio su quanto visionato, chiarendo diversi punti lasciati in sospeso ma scatenando inquietanti risvolti sovrannaturali ….. Forte di una colonna sonora magnetica, con un tema musicale principale che ricorda piacevolmente storiche colonne sonore come quelle di THE THING e HALLOWEEN, SOUTHBOUND cattura di prepotenza l’attenzione dello spettatore grazie ad un inizio folgorante, dove ‘road movie’, horror classico alla ‘The Twilight Zone’ e scene shock intrise di gore e sangue, metteranno subito le cose in chiaro su cosa ci aspetta. Se la fine richiama l’inizio, per atmosfere inquietanti e nonsense, mentre il secondo ed il quarto episodio appaiono come minori e di riempimento, anche se entrambi godibilissimi e ricchi di paranoia, con quello centrale tocchiamo vette altissime per quanto concerne l’estremo. THE ACCIDENT, cuore trascinante dell’intera pellicola, mescola in un colpo solo tutto il meglio dell’horror estremo dei 10 anni che lo precedono, in particolar modo quello indipendente. In conclusione SOUTHBOUND rappresenta un infernale ‘triangolo delle bermuda’ on the road, costruito a meraviglia e capace di coniugare horror d’annata, in particolare quello anni ’80, con ritmo e personaggi tipici del cinema indie e più estremo degli anni 2000, riuscendo a creare una fusione perfetta tra orrore, mistero e circolo spazio temporale estremamente affascinante quanto inquietante, dove forze sovrannaturali nascondono segreti che spaziano dai rapimenti di ragazzine fino a demoni di un altro mondo.Se non è la migliore raccolta antologica estrema dei nuovi anni ’10 … poco ci manca!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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Un Capolavoro