Lanthimos, fuoriclasse assoluto del cinema greco degli anni 2000, si cimenta per la prima volta alla direzione di un film senza averne scritto (come in passato e quasi sempre assieme a Efthymis Filippou) la sceneggiatura. E questo si nota senza dubbio nella seconda parte, in quanto il cinismo weird e spiazzante, che ha sempre caratterizzato le sue opere precedenti, questa volta viene meno. Di contraltare Lanthimos si avventura con successo su un film di fatto storico, avvolto al meglio in costumi sfarzosi e decorazioni estetiche quanto mai sontuose, arricchendo ed impreziosendo il tutto con il suo stile inconfondibile, fatto di malizia, morbosità, ambizioni, gelosie e malignità umane, caratteristiche imprescindibili dei palazzi del potere e nascoste agli occhi del popolo.
Primi anni del 1700, Londra. La regina Anna Stuart, una donna controversa che soffre della sindrome di Hughes, è a capo del potente regno d’Inghilterra, il quale è impegnato in una serie di guerre sanguinarie con francesi e spagnoli. Ad influenzare le sue scelte politiche e militari troviamo la fedele Sarah Churchill, duchessa di Marlborough. Il rapporto tra le due, anche intimo, viene bruscamente incrinato dall’arrivo di Abigail Masham, una nuova ragazza a corte, parente alla lontana di Sarah. Quando Sarah si renderà conto della pericolosità di Abigail, infurierà tra loro due una battaglia a colpi bassi e meschini, per diventare l’unica favorita della regina Anna ……..
Una commedia drammatica e storica mostrata attraverso visioni grandangolari mozzafiato e continue prospettive panoramiche, nonostante il film sia principalmente ambientato all’interno delle mura del palazzo reale. L’ironia beffarda della prima parte, resa tale da grandiosi dialoghi, battibecchi, frangenti slow motion bizzarri, doppi sensi e costumi sfarzosi quanto grotteschi, lascia lentamente spazio ad un film triste e drammatico, dove cattiveria e morbosità erotiche onnipresenti, lasceranno spazio alla solitudine umana di chi è destinato al potere e costretto a lottare per vagliare continuamente nemici ed approfittatori. Quest’ultima è contrapposta ed alimentata, volutamente o meno, dall’ossessione di chi affianca la regina, ovvero Sarah e Abigail, dove le peculiarità umane peggiori, dall’egoismo alla perfidia, troveranno spazio in un conflitto umano che riflette inevitabilmente qualsiasi palazzo del potere (la similitudine con l’attuale governo italiano, un uomo al vertice con due vice che sgomitano al suo fianco, non è voluta ma è evidente) o ambiente di lavoro, nel quale i colpi bassi dei ruffiani e viscidi abbondano. Se Emma Stone e Rachel Weisz, nei panni rispettivamente di Abigail Masham e Sara Churchill, lasciano senza fiato e stupiscono sequenza dopo sequenza, lo scettro di regina (nel ruolo e nella parte) aspetta però a Olivia Colman, nei panni della regina Anna. Una donna vera, vuota di felicità e affondata ben 17 volte nel corso della vita, costretta a colmare la propria infelicità attraverso amori limitati e animali simbolici, decisioni infelici e spesso in conflitto con il proprio cuore, nero non sempre per colpa sua. Le dinamiche che porteranno al triste e secco finale, inatteso secondo i finali degli altri film precedenti di Lanthimos e soprattutto per l’ironia mostrata per lunga parte della pellicola, finiranno per lasciarci tristi, amareggiati, smarriti per aver concluso una visione fluida e spesso dinamica, capace di mostrarci un passato in costume visionato forse per la prima volta sotto una luce innovativa e più volte inattesa. Questa volta l’estremo visivo lascia lo spazio all’estremo presente nelle ambizioni umane più spietate, le quali albergano silenziose in ognuno di noi. L’abilità di esprimerle in maniera intelligente ed a proprio favore è merito assoluto di pochi. E Sarah e Abigail rappresentano al meglio questi desideri oscuri, destinati quasi sempre ad un’infelicità inevitabile, loro e soprattutto di chi è destinato a subire i loro capricci armati di egoismo. Lanthimos, pur cambiando pelle nuovamente, non delude e regala a tutti noi una pellicola dolce e amara allo stesso tempo, destinata a scavare prima nelle personalità controverse delle sue tre protagoniste e poi ovviamente nella nostra! VALUTAZIONE 9/10
H.E.