Se HARD BOLIED, sempre di John Woo, rischia di essere l’action estremo per eccellenza degli anni ’90, lo stesso vale per il travolgente THE KILLER per quanto concerne il decennio precedente. Pura poesia estrema, che omaggia a più riprese il cinema di Sergio Leone e cita il capolavoro LE SAMOURAI di Jean-Pierre Melville (al quale è evidentemente ispirato), in grado di coniugare azioni estreme al limite, sempre a base di sangue e piombo, e regole d’onore fondate sulla parola, il rispetto e l’amicizia. Hong Kong. Durante una feroce sparatoria Jeffrey, un infallibile killer, ferisce accidentalmente agli occhi una ragazza, la quale finirà per perdere quasi del tutto la vista. Jeffrey, per la prima volta nella sua vita da killer è logorato dai sensi di colpa e deciderà di prendersi cura di lei celando abilmente la sua vera identità (lei prima di perdere la vista lo aveva visto in volto). I due finiranno per innamorarsi l’uno dell’altra. Jeffrey è deciso di chiudere con la sua vita da killer ma prima deve compiere l’ultimo omicidio su commissione, necessario per il costosissimo trapianto di cornea per la sua compagna. Qualcosa però va storto e Jeffrey, dopo aver compiuto la sua missione omicida,, finirà nel mirino prima del suo committente, il boss della triade Wong Hoi e poi dal tenace ispettore Li …..Come per il dittico THE RAID e per il sopra citato HARD BOILED, descrivere la potenza visiva e la dinamicità eccessiva delle innumerevoli scene d’azione di questo film risulta impresa assai ardua. Una delle scene che più volte si ripete nel corso del film, regalando immensa gioia allo spettatore, è il duplice e simultaneo scaricamento dei caricatori delle pistole di Jeffrey sul malcapitato di turno. Una visione eccessiva dell’azione portata all’estremo, a dimostrazione che la pietà per il nemico del momento non è contemplata, al contrario del rispetto per l’amico storico nel film, il tramite tra il committente ed il killer, per l’amico poliziotto ed infine per l’amore logorato dal rimorso per la sua ragazza non vedente. Se l’azione violenta ed estrema dominerà incontrastata fino alla fine, saranno le attese ad alimentare la parte drammatica e poetica della pellicola, come l’attesa per il recupero della vista della ragazza di Jeffrey (un sempre monumentale Chow Yun-Fa), la quale potrebbe così scoprire che il volto del suo amato coincide con quello del colpevole della sua cecità). Tutto scorre senza sosta fino all’epico finale (simil MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PU’O’ SPARARE), decisamente amaro e preceduto da un furibondo scontro a fuoco, tra scene al rallentatore e stalli alla messicana con cornici religiosi e mistici (strepitosa quella con crocifisso e colombe sullo sfondo). Un John Woo ai massimi livelli per uno dei film action e crime più influenti e potenti del cinema di Hong Kong. Bomba!! VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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