THE MANSON FAMILY (1997) di Jim Van Bebber Scritto il Settembre 23, 2019Gennaio 25, 2020 Facebook Nella moltitudine di opere cinematografiche dedicate a Charlie Manson ed alla sua ‘famiglia’, l’horror indipendente e quasi mockumentary del 1997 di Jim Van Bebber, autore del fenomenale action-splatter ‘DEADBEAT AT DAWN’, rimane ancora oggi l’opera più estrema, nevrotica e selvaggia con protagonista il barbuto e mediocre musicista Charles Milles Manson. Ambientato nel 1996, la pellicola segue un giornalista alle prese con un documentario su Charlie Manson, i suoi seguaci ed i tragici eventi del 1969. Un pretesto per seguire parallelamente, attraverso false interviste ai protagonisti, tutti gli eventi principali che iniziarono con la creazione della ‘family’ di Spahn Ranch, per finire poi con il macabro e tristemente famoso eccidio di Cielo Drive ed il massacro dei coniugi LaBianca, senza dimenticare i riflessi di quanto accaduto, 25 anni dopo dagli eventi sopra citati, sulle menti dei ragazzi mentalmente più deboli degli anni ’90. Gore, sesso, orge, infanticidi, riti satanici e stupefacenti allucinogeni in quantità industriale, come se non ci fosse un domani, saranno mescolati e frullati in maniera caotica ma estremamente piacevole in questo contenitore impazzito, con un montaggio folle che finirà per influenzare numerosi cineasti del cinema indie a venire, Rob Zombie su tutti. Nonostante le difficoltà incontrate da Bebber (presente anche come attore) nella sua realizzazione, dalla lunga gestazione fino alla produzione sofferta, THE MANSON FAMILY (usciro incredibilmente anche in Italia e per giunta doppiato), pur ingigantendo a tratti la figura di Manson e dei suoi adepti, è una visione lisergica e travolgente, capace di scioccare per la violenza mostrata (in particolare nella parte finale con i massacri di Sharon Tate e degli altri di quelli degli altri per mano della ‘Manson Family’) e la confusione che regnava all’interno della comune, dove i momenti di improvvisa lucidità da parte di qualcuno di loro, veniva subito abbattuta tramite l’uso massiccio di acidi. Memorabile l’orgia satanica in puro stile 70s (Con Charlie in versione Gesù), quanto l’egocentrismo esasperato ed infantile da parte di Manson (eccezionale lo sconosciuto Marcelo Games nell’interpretazione del folle profeta), forte con i deboli ma debole con i forti. A rimarcare questo concetto, ci penserà il vecchio giornalista alle prese con il documentario citato in precedenza, esponendo in maniera chiara, nella parte iniziale, un pensiero condiviso da molti ancora oggi: ‘Ogni volta che si parla degli omicidi commessi dalla setta si parla di Charlie, ma molto raramente si parla di coloro che hanno affondato coltelli o sparato pallottole’. Un film grezzo e sporco, forse imperfetto nel documentare gli eventi realmente accaduti, però capace di catturare in puro stile exploitation d’annata tutta la follia (con annesse miseria personale ed intellettuale) che imperversava nella comunità hippie di Manson, capace quest’ultimo di modellare a proprio piacimento le deboli menti dei suoi seguaci, catapultandoli a commettere efferati omicidi prima per prepararli poi all’imminente guerra razziale denominata ‘Helter Skelter’ (celebre brano dei Beatles abusato fino all’estremo da parte di Manson). Una visione caleidoscopica dei carnefici e del loro mondo, basato su sesso selvaggio, profezie demenziali, droghe e omicidi efferati, assolutamente imperdibile per tutti gli amanti delle pellicole estreme più folle e brutali! VALUTAZIONE 3,5/5 H.E.