THE NIGHT COMES FOR US (2018) di Timo Tjahjanto

Timo Tjahjanto sembra oramai ossessionato dal voler replicare a tutti i costi la brutale violenza e azione esagerata del dittico THE RAID di Gareth Evans, vero capolavoro del genere action estremo forse di sempre. Dopo il validissimo HEADSHOT, Timo Tjahjanto spinge sull’acceleratore dell’estremo con una serie di combattimenti estremi tra i più brutali, splatterosi ed iper violenti di sempre. Di contraltare rispetto a HEADSHOT la trama è minimale e pure a tratti banale, con alcune (pochissime) parti melodrammatiche forzate e inutili, sul concetto di fratellanza, amicizia e fedeltà criminale. Per fortuna queste parti melense sono sovrastate dall’azione magnetica e alquanto soddisfacente per gli appassionati del dittico THE RAID e di tutti gli action movies con combattimenti feroci (DREDD del 2012, RAMBO del 2008, THE VILLAINESS, I SAW THE DEVIL, BLADE OF THE IMMORTAL e pochissimi altri) e conditi da ettolitri di sangue, brandelli di carne e ossicini spappolati.
Ito, un sicario e luogotenente della Triade (la potente mafia cinese) durante un massacro di un villaggio di pescatori sorpresi a fare la cresta alla Traide, si ribella agli ordini e salva una bambina, unica sopravvissuta al massacro, uccidendo poi tutti gli uomini della Triade. Tornato nella sua Giacarta, si troverà a fronteggiare da solo, e con pochi amici fidati, la forza d’urto della Triade, la quale vuole uccidere lui e la bambina, per dare un esempio a tutti. Un altro luogotenente di origini indonesiane ed ex amico di Ito è ingaggiato dalla Triade per uccidere Ito, con la promessa di promuoverlo a capo dei traffici illeciti della Triade a Giacarta ….
Una gangster story banale e similare a tantissimi film di genere del passato. L’originalità da parte di Timo Tjahjanto sta tutta nella messa in scena, con una serie di sequenze d’azione mozzafiato e sempre impreziosite da splatter e gore mai così esagerate in un film principalmente marziale. Se l’estremo visivo rappresenta la forza trascinante del film, dove ogni oggetto presente può diventare un’arma letale, le scene puramente marziali sono da leccarsi di baffi, con una forte componente di matrice MMA, con prese e leve degne dei migliori gabbie ottagonali.
Tra i tanti, quattro sono i combattimenti più rilevanti e meritevoli di menzione. Il primo tra Ito e la banda della macelleria (un vero bagno di sangue). Il secondo tra Ito e la banda del biliardo (le palle di biliardo mai così efficace nel frantumare crani e spezzare vertebre). Il terzo, sicuramente diventerà il più amato dai maschietti estremi, tra le killer lesbiche (una armata di uno yo-yo mai così letale) ed un’amica di Ito. Una goduria per gli occhi, tra bellezze incazzate, luci al neon e carne da macello.
L’ultimo tra Ito ed il suo ex amico Arian, interpretato dall’attore numero per eccellenza, Iko Uwais, protagonista di HEADSHOT e soprattutto dei due THE RAID, questa volta nei panni del ‘cattivo’ o quasi. Proprio quest’ultimo combattimento è quello che si avvicina più di tutti al celebre scontro finale del secondo THE RAID, arricchito, oltre a tanto dolore estremo, da ottime prese MMA come citato in precedenza. Se alcune scene d’azione ci lasceranno senza fiato, a fine visione resteremo con l’amara sensazione di aver visionato un’occasione mancata, in quanto il regista (autore anche della sceneggiatura) non è riuscito a coniugare un lavoro titanico per la componente d’azione estrema ed un minimo di trama e caratterizzazione personale e di spessore dei suoi protagonisti (al contrario di HEADSHOT dove il passato dei suoi protagonisti non era per niente banale), finendo così per smorzare una tensione forse necessaria per godere al massimo di cotanta estrema visione. Nonostante questo particolare preferiamo, da amanti dell’action sanguinolento, vedere il bicchiere mezzo pieno e promuovere questa pellicola distruttiva brutale come pochissime altre. VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.