Quando due dei dipinti più preziosi della giovane artista Barbora Kysilkova vengono rubati da una galleria di Frogner a Oslo, la polizia è in grado di trovare uno degli autori del furto dopo pochi giorni, un tossicodipendente di nome Karl-Bertil Nordland. Purtroppo per l’artista i due dipinti non si trovano da nessuna parte, in quanto Karl non ricorda nemmeno chi aveva commissionato il furto. Barbora spera di trovare indizi durante il processo ma invece finisce per chiedere al ladro se può dipingere un ritratto di lui. Questo sarà l’inizio di un’amicizia molto insolita, che passerà per un tentato suicidio e un’altalena di emozioni dal finale inaspettato e per niente prevedibile … THE PAINTER AND THE THIEF è uno dei lavori più interessanti, originali e particolari del filone documentaristico afferente crime e arte, dove questi due saranno legato da un’amicizia quasi magnetica e necessaria che finirà per alimentare due anime diverse ma allo stesso tempo prive di una vera guida. Man mano che si avanza con la storia, oltre a conoscere sempre più a fondo i due protagonisti, scopriremo che entrambi sono dipendenti alla stessa maniera di sostanze però diverse e lontanissime tra loro. Barbora, che non naviga in buone acque dal punto di vista economico ed è reduce da abusi fisici con il suo ex compagno, è dipendente in maniera ossessiva della pittura, mentre Karl di sostanze stupefacenti, eroina (con alcune scene veramente strazianti), e di una vita dedita alla criminalità, figlia di una vita sin dall’infanzia difficile e caratterizzata da difficoltà familiari. Una simbiotica empatia a vicenda che sembra figlia della loro autodistruttiva ossessione. Se i due dipinti rubati lasciano senza fiato (quello del cigno è spettacolare), lo saranno anche le emozioni che trapeleranno come un fiume in piena dalle vicissitudine amare dei due protagonisti, passate ma soprattutto presenti, che passeranno dalla prigione e una convalescenza estrema (a causa dell’incidente suicida) di lui alle difficoltà di una giovane ma talentuosa artista di emergere, in quanto i due dipinti rubati, del valore di circa diecimila euro, rappresentavano una svolta nella sua tormentata vita. Niente romanticismo, come probabilmente si aspetta lo spettatore più avvezzo a opere di finzione, bensì un’amicizia solida quanto anomala, dove le difficoltà continue finiranno per cementificarla facendola virare su territori inaspettati. Punta di diamante quel finale che nemmeno l’autore del documentario, il quale ha iniziato a seguire i due protagonisti proprio dal furto dei due dipinti, poteva immaginare. Un’opera commovente, profonda e ricca di significati sul perdono, l’amicizia, la redenzione e soprattutto sullo spirito combattivo figlio dell’arte e della voglia di rivalsa. Notevole!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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