THE PROMISED LAND (BASTARDEN) del 2023 di Nikolaj Arcel

Se il cinema western in passato era, secondo logica, ambientato solo nell’ovest americano del XIX secolo, nel tempo ha trovato ampiezza per tempi storici, XVIII secolo e inizio ‘900, e anche in altri territori fuori dai confini a stelle e strisce, come Australia, Sud America, Giappone e persino Europa. Per atmosfere, crudeltà e sogno di colonizzare nuove terre, il nuovo film del danese Nikolaj Arcel trova nel romanzo ‘The Captain e Ann Barbara’, di Ida Jessen, la perfetta ispirazione per una storia di confine, ambientata nella fine del ‘700 nel confine tedesco-danese, quello delle poco ospitali brughiere.
Danimarca, XVIII secolo. Il capitano in disgrazia Ludvig Kahlen, dopo 25 anni di servizio, chiede concessione al Re di prendere possesso delle inospitali terre delle brughiere danesi, con l’obiettivo di coltivarle in nome della corona. Lo scopo è di ottenere il tanto ambito titolo nobiliare in cambio di bonificare le belle quanto aride terre sud danesi, perlopiù paludose e rocciose. Ottenuta la concessione del Re, Ludvig Kahlen non ha fatto conti con il signore locale a confine della sua terra promessa, lo spietato Frederik De Schinkel, un nobile spietato pronto a tutto pur di intralciare i progetti dell’ambizioso Kahlen …..
THE PROMISED LAND è un dramma storico ad ampio respiro, dove le lotte di potere, anche si di confine e apparentemente insignificanti, trovano nei suoi protagonisti di allora significati profondi, legati ad amicizia, passione, amore e purtroppo invidia. Come in ogni lotta tra deboli e potenti, quest’ultimi non esitano ad usare qualsiasi mezzo, lecito e soprattutto illecito, per legittimare il loro dominio prevaricatore. Se le storie personali del protagonista e di chi lo aiuterà, una bambina zingara, due fuggitivi e la figlia di un nobile promessa sposa al tiranno, regaleranno sorprese a ripetizione, perlopiù amare, sarà la figura del roccioso capitano, interpretato da un sempre monumentale Mads Mikkelsen, a dare struttura e solidità ad una storia drammatica e biografica ispirata ad eventi realmente accaduti. A rendere forte e credibile il tutto abbiamo anche alcune figure di contorno, citate sopra, decisamente interessanti e create, man mano che avanza nella pellicola, con estrema cura e perfettamente in linea con le difficoltà estreme affrontate dal capitano Ludvig Kahlen. A spiccare è anche il suo antagonista, stupido quanto crudele, il brutale Frederik De Schinkel (intepretato da Simon Bennebjerg). Una figura contorta se sintetizza al meglio molte figure nobiliare dell’epoca, in quanto assai mediocre ma che torva nella ferocia del potere l’unica arma nei confronti dei suoi sottoposti e avversari.
Atmosfere d’epoca spettacolari, per fotografia e costumi, ci trascinano dal classico dramma di frontiera ad un revenge crudo e brutale, che trova solo nell’ultima parte, finalmente, la sua componente più estrema e violenta. Considerata trama e personaggi, il regista poteva e doveva spingere di più sulla componente estrema, la quale avrebbe alzato notevolmente la qualità dell’ultima pellicola. La sensazione che lo stesso abbia cercato di realizzare a tutti costi un film adatto al grande pubblico alla fine ha portato a smorzare troppe volte alcuni frangenti (lo scontro tra coloni e autorità o l’atto di vendetta finale) finendo così per sminuire e ammortizzare troppo una sceneggiatura dalle premesse esplosive. In conclusione THE PROMISED LAND è un film solido e più che apprezzabile, molto ammirato in patria, al quale qualcosa è mancato per lasciare il segno nel genere succitato e rimanere negli annali. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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