La poderosa trasposizione cinematografica del concept album The Wall del 1979 dei Pink Floyd, rappresenta uno dei più alti livelli artistici raggiunti del secolo scorso, capace di concepire in un solo film dramma autobiografico, animazione estrema, arte visionaria grottesca priva di umorismo e poesia, attraverso i testi e musiche dell’album sopracitato. Il film narra la storia della rockstar Pink, interpretato (da adulto) in maniera viscerale e coinvolgente da parte del cantante Bob Geldof. Pink, a causa di una serie di traumi psicologici, arriva a costruirsi un “muro” mentale attorno ai propri sentimenti dietro al quale si isola. I disagi, soprattutto infantili, che portano Pink a questa scelta drammatica sono la morte del padre verso la fine della seconda guerra mondiale, la madre iperprotettiva, gli insegnanti scolastici eccessivamente autoritari ed avvezzi alle punizioni corporali e i tradimenti della moglie……
Emozionante e stupefacente opera d’arte, che nasce narrando la barriera creata da parte di Pink per sopravvivere, per narrare (all’epoca eravamo in piena guerra fredda) muri reali eretti nel cuore dell’Europa, a Berlino, vanificando sacrifici umani come quello del padre di Pink, chiaro riferimento al padre di Roger Waters, anima e cuore dei Pink Floyd e di The Wall, morto anch’egli in guerra nel 1944. Testi, musiche e visione cinematografica spettacolare ed emozionante, impreziosita da stupendi ed inquietanti intermezzi d’animazione ad opera del noto fumettista Gerald Scarfe, si fondono in un concetto d’arte socio-politica e critica scolastica unica e dirompente, capace di emozionare, stupire e ponendo riflessioni sulla guerra, sul concetto di libertà e valore umano, spesso visto come macchina da soldi, per quanto concerne una rockstar, o carne da macello se trattasi di soldato al fronte. Una seria riflessione sulla fine della seconda guerra mondiale, destinata a lasciare ferite profonde e impossibili da ricucire, proprio come Pink e il suo alter ego reale, Roger Waters. Un musical dalla forza estrema e piacevolmente insensibile, per citare una delle canzoni più significative presenti in The Wall, esaltato da immagini depressive, grottesche (mai ironiche) e surreali entrate nell’immaginario collettivo, anche indirettamente, perché Alan Parker realizza con questo film del cinema totale assoluto, unico e sempre attuale. Lo era nel 1982, anno della Guerra delle Falkland, lo è stato nel 1990 con la caduta del muro nell’anno precedente, con un concerto live entrato nella storia, e lo è ancora oggi, perché la moda di creare barriere mentali e purtroppo fisiche e reali non è mai passata di moda ed è destinata a tornare ciclicamente alla ribalta.
Indipendentemente dalla propria passione per la gigantesca musica dei Pink Floyd, questo film deve essere visto assolutamente, oggi più di ieri, lasciandosi trasportare da visioni e testi spettacolari ed eccitanti, capaci di emozionare ed esaltare come poche altre pellicole ci sono riuscite. Scegliere una canzone o un passaggio del film più significativo del film rappresenta un’impresa ardua, ma i due passaggi nella pellicola con sottofondo MOTHER e CONFORTABLY NUMB sono da pelle d’oca. Un grandissimo film, musicale ed estremo (non mancano sequenze toste e frangenti drammatici), destinato a rimanere scolpito nella storia….per sempre! VALUTAZIONE 10/10
H.E.