THE YEARNING OF MARIA D. (Das Verlangen der Maria D.) del 2020 di Marian Dora

Das Verlangen der Maria D., uscito in contemporanea con Pesthauch der Menschlichkeit, è forse l’omaggio più grande del controverso regista tedesco ad uno dei suoi grandi maestri: Jörg Buttgereit. Appare evidente e chiarissimo quanto questo nuovo film ricalchi l’amore necrofilo presente nel dittico NECROMANTIK. Non è assolutamente un remake, in quanto la storia di fondo è completamente diversa. Durante un viaggio nell’Egeo, Maria D., che vive ritirata ed è timida nei confronti delle persone, si confronta con le impressioni e sensazioni di una cultura antica e arcaica delle isole Cicladi. Affascinata dalla morbosità e religiosità delle persone che vivono su un’isola delle Cicladi, decide di porre fine alla sua solitudine, utilizzando i resti scheletrici di un ragazzo defunto per provare nuove forme estreme di piacere …… Trama esile con un ampio prologo di presentazione, dove il pezzo forte è rappresentato dalla corposa e selvaggia seconda parte, dove Maria, interpretata dall’italiana Shivabel, mette in scena tutta la propria passione estrema carica di erotismo necrofilo, attraverso lo stile sempre più unico ed inconfondibile di Marian Dora, forte di una fotografia macabra e tendente al color seppia, marchio di fabbrica della sua filmografia. Se l’aspetto necrofilo omaggia ampiamente quanto visionato nei due NECROMANTIK, gli omaggi al cinema passato vanno oltre, in quanto sono riconoscibili aspetti tecnici e di forma che riportano alla memoria l’erotismo primitivo e senza filtri di registi come Jesus Franco e Alain Robbe-Grillet. Rispetto alle altre opere del regista, l’estremo abbraccia l’erotismo e ne diventa il cardine principale, cercando di prediligere una visione più intima, meno diretta e incline allo shock puro. Se la seconda parte rende giustizia alla fama del regista, per più di 40 minuti il film annoia, e non poco, dove si cerca a tutti i costi di creare una cornice malsana e primordiale attraverso paesaggi naturali e persone comuni, filtrando il tutto attraverso un occhio innaturale e immorale, ovvero quello della protagonista, assetata di un piacere fuori dal comune. Anche se almeno un paio di sequenze sfiorano il delirio, lo spettatore non può far altro che scivolare anche lui nel mondo oscuro e deviato di Maria, dove eros, thanatos e musiche esoteriche si intrecciano inevitabilmente verso un nuovo mondo di piacere dal quale è impossibile, varcato il confine, tornare indietro. Ottima la prova, fisica e non solo, dell’italiana Shivabel, per buona parte unica forza trascinante e affascinante della pellicola, la quale riesce a regalare una performance carnale intrigante e di assoluto valore artistico. Marian Dora con questo film prosegue il suo percorso cinematografico in maniera completamente indipendente e perfettamente in linea con il suo stile, sempre più riconoscibile e tra i più significativi del panorama estrema underground. Se amate il suo cinema questo film è da visione obbligatoria e non vi deluderà, al contrario se volte vedere ossa, scheletri e teschi usati, con estrema fantasia, come sex toys, allora … dovete vederlo lo stesso!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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