“La mia vita è come un fiume, scorre e scorre … comunque nello stesso punto”
Quanto sia affascinante il cinema horror quando affonda le radici nel folklore popolare, nella stregoneria e nelle leggende antiche, lo dimostra anche la storia recente del genere, vedasi THE VVITCH e HAGAZUSSA. Il macedone Goran Stolevski, per il suo primo lungometraggio, trae beneficio e forza da una fiaba nera dei balcani, con protagonista la ‘mamma strega’ o ‘mangiatrice di lupi’, per dare forma e vita ad un opera multiforme, con uno stile narrativo sospeso alla Terrence Malick, con una protagonista eterea e spirituale, regalando così una storia accattivante ma allo stesso destabilizzante per chi è avvezzo ad horror tradizionali.
Macedonia dell’ottocento. Una donna divenuta madre, mentre si prende cura della figlia neonata, riceve la visita di una strana donna ricoperta di orribili cicatrici, nota secondo le leggende del luogo come la ‘mangiatrice di lupi’. Questa esegue un maleficio alla neonata, strappandole la lingua ed esigendola per sé. Nel disperato tentativo di guadagnare tempo, la donna promette di cedere sua figlia quando compirà 16 anni. Una volta raggiunto un accordo, la donna nasconde la figlia in una grotta, sperando così di ingannare la ‘mangiatrice di lupi’. Il tempo passerà inesorabile e il destino arriverà implacabile per richiedere quanto dovuto a suo tempo ……
Tradizioni e paure secolari di un popolo, quello macedone, che ha subito invasioni da tutti i popoli circostanti, causando di conseguenze fiabe, storie e leggende impregnate di terrore e superstizione. Quale luogo migliore di questo luogo immerso nella penisola balcanica, dove la natura copre un ruolo fondamentale e dominante, per narrare una storia che galleggia tra il mistero, l’orrore, la stregoneria e persino il body horror, con mutazioni corporee in stile Cronenberg adattate ad un luogo non così antico ma dall’aspetto primordiale e primitivo.
Il cambio costante degli attori protagonisti, ‘posseduti’ dal medesimo spirito, permette di non identificare sessualmente la strega, consentendo così alla stessa di mutare sensazioni e sentimenti nel corso della storia. Compassione, amore, invidia, amicizia ne tramuteranno l’animo, causando una mutazione interiore forzata dalla ‘mamma strega’ nei confronti della ‘figlia’, alimentando una vendetta trasversale, nei confronti degli uomini, da una parte ma allo stesso tempo una ricerca sofferente di una felicità perduta dall’altra. La sconnessione temporale dell’ultima parte porterà illuminanti ed ancora più inquietanti chiarimenti sugli eventi fino a lì narrati, in quanto piacevolmente confusi e noiosi per buona parte della pellicola. Una crescita costante della tensione che chiuderà il cerchio in maniera inesorabile quanto inevitabile proprio a causa del passato doloroso ed estremi vissuto ‘in gioventù’ dalla ‘mamma strega’. Se il nome di Noomi Rapace, che nel film ha un ruolo contenuto, serve per dare risalto internazionale alla pellicola, da lodare principalmente è quello della rumena Anamaria Marina nel ruolo di Maria. Se le atmosfere naturali sopra indicate e gli effetti body horror segneranno irrimediabilmente l’atmosfera estrema della pellicola, la colonna sonora, perfettamente in linea con quanto visionato, affiancherà a meraviglia tutti i diversi momenti di questa lunga favola nera.
YOU WON’T BE ALONE è decisamente un film di rottura, in grado di intrecciare l’horror folk primordiale con visioni di estrema qualità, artistica e autoriale dei tempi recenti, effetti speciali classici da film muto, una narrazione sconnessa in sottofondo, caratterizzando il tutto con tempi dilatati e colpi di scena continui e difficilmente catalogabili. Opera estrema notevole!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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