A MOST VIOLENT YEAR (2014) di J.C. Chandor

Sullo sfondo di una New York dei primi anni ’80, oscura, sobria e prosperosa, la lotta criminale e la concorrenza sleale per il commercio del carburante diventeranno il teatro ideale per un thriller noir soffocante e magistrale nel mostrare l’illusione, l’ipocrisia e la crudeltà del sogno americano, dove solo i più forti, sporchi e privi di moralità, sono destinati, come sempre, a sopravvivere e divorare i meno determinati.
New York, 1981. Abel Morales è un intraprendente imprenditore a capo di un’azienda specializzata nella commercializzazione di carburanti. Da qualche tempo alcune sue cisterne vengono prese d’assalto da malviventi che le fanno sparire nel nulla con il loro carico. Ciò accade proprio mentre Abel sta per portare a termine l’acquisto di un deposito più grande e fondamentale dal punto di vista logistico, che gli permetterebbe di compiere il salto in avanti professionale da sempre desiderato. Proprio quando le cose sembrano andare per il meglio Il procuratore distrettuale avvia un’indagine sulla sua attività e che sta per giungere a compimento con gravi capi di imputazione. Abel sa di essersi sempre comportato in modo corretto, ma ora il tempo stringe e potrebbe essere tentato di cercare altre strade per reperire i soldi che mancano per l’acquisizione e fermare la spirale di violenza che coinvolge i suoi autisti, decisi a farsi giustizia da soli …..
A MOST VIOLENT YEAR sembra da subito un film realizzato proprio sul finire degli anni ’70 e poi ritrovato per casi ai giorni nostri, grazie ad un ritmo mai troppo lento e con una caratterizzazione ai limiti della perfezione dei suoi protagonisti, primari e secondari (Gli Ebrei, il consigliere di Abel, gli ‘amici concorrenti’, il procuratore). Se Abel Morales, interpretato alla grande da Oscar Isaac, sembra la copia di Al Pacino ne IL PADRINO, sua moglie Jessica, interpretata magnificamente da Jessica Chastain, rappresenta l’anima nera, diabolica e forte della storia, in quanto figlia di un gangster e perché illustra al meglio la tentazione del male che il marito rifiuta ad ogni costo. Solo l’evoluzione della storia dimostrerà e mostrerà la vera natura di Abel. Un gangster movie vecchio stile che ci immerge al meglio in un mondo passato destinato a costruire le fondamenta di quello attuale, dove, come vedremo, le pedine sacrificabili c’erano ieri come oggi, fondamentali per la costruzione di imperi economici occidentali costruiti spesso sul dolore dei più deboli. Sceneggiatura incredibilmente accattivante, nonostante la sua semplice esecuzione e naturale evoluzione degli eventi, dove la fiducia coniugale, spesso in disequilibrio per ovvi motivi, rappresenterà la vera lotta interiore e tormentata della storia. Musica, ambientazione, stile e fotografia d’alta scuola (con un giallo spento predominante) rappresentano le cornici ideali per un film teso, coinvolgente e quasi perfetto, che evita di mostrare continuamente un’eccessiva violenza visiva, ma che non si tira indietro quando deve mostrarla in tutto il suo orrore, senza fuori campo o visioni astratte. Solido, cupo e magnifico noir d’altri tempi! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.