AS BESTAS (The Beasts) del 2022 di Rodrigo Sorogoyen

Questo film, ispirato ad una tragica storia di cronaca nera, ampiamente analizzata nel graffiante documentario SANTOALLA del 2017 e ambientata in Galizia (zona geografica nord occidentale della penisola iberica), è legato ad un sottile filo estremo che scorre per l’Europa più avvezza ai thriller rurali e domestici, in particolare quelli fiamminghi, danesi e ovviamente spagnoli.
Antoine e Olga sono una coppia francese che vive e lavora da tempo in un piccolo e remoto villaggio della Galizia. La coppia pratica un’agricoltura eco-responsabile e restaura con passione le case abbandonate per facilitare il successivo ripopolamento. Tutto dovrebbe essere idilliaco, tranne la loro opposizione al progetto di una turbina eolica che crea un grave conflitto con i vicini. Questi infatti, due fratelli e la vecchia madre, vedono in questa occasione l’ultima opportunità per uscire dalla loro disgraziata situazione di quasi povertà. La tensione tra le due famiglie è destinata a crescere in maniera esponenziale, fino a raggiungere livelli estremi e irreparabili ….
Tutto il mondo è paese. Frase in apparenza banale e sentita mille volte, che racchiude però più di quanto si immagini la nostra società contemporanea e nello specifico quanto questo sia riassunto in questo thriller dalle forti venature drammatiche. Invidia, rabbia, impotenza e gelosia tra vicini spesso viene alimentata da piccoli elementi, destinati ad evolversi molte volte in cruda tragedia.
AS BESTAS parte subito forte con una ‘caccia’ ad un cavallo da parte di un gruppo di allevatori. Una lotta che da una parte anticipa cosa ci aspetta, mentre dall’altra sintetizza una feroce istinto di sopravvivenza, per alcuni già persa in partenza. In nome del progresso e del dio denaro, destinato a distruggere piccole realtà in nome dell’evoluzione capitalista, sempre più golosa e vorace di nuove conquiste.
Un punto di partenza per un thriller che brucia lentamente ma cresce costantemente verso confini sempre più inquietanti, disturbanti e soprattutto amari, con dialoghi apparentemente semplici ma dalla forza culturale e rurale allo stesso tempo di una incisività clamorosa. Merito assoluto delle performance, perfette e superlative, dei tre protagonisti principali. I due francesi, interpretati da Marina Foïs e Denis Ménochet, e il galiziano Luis Zahera, che interpreta il fratello maggiore dei rognosi vicini.
La tensione, presente come scritto sopra da subito, non molla mai la presa, nemmeno dopo il misfatto, scavando impietosamente nell’orgoglio e nel cuore dolorante di chi ha subito impotente il danno. Ad incorniciare il tutto un’ambientazione galiziana povera ma ricca di metafore e analisi sui nostri tempi, divenendo alla fine uno specchio inesorabile della difficoltà di coltivare valori purtroppo sempre più sepolti e destinati all’oblio.
Uno dei disturbing drama più incisivi e maledettamente efficaci dei nuovi anni ’20. Micidiale!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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