BENEDETTA (2021) di Paul Verhoeven

Dopo 50 anni di intensa carriera cinematografica, costellata da diversi film di culto (TURKS FRUIT, ROBOCOP, IL QUARTO UOMO, STARSHIP TROOPERS), ed aver raggiunto la brillante età di 83 anni, il regista olandese Paul Verhoeven non vuole proprio mollare ….. per nostra fortuna. Eccolo riportare nel 2021 alla ribalta il genere Nunsploitation, molto in voga negli anni ’70 (in particolare in Italia e Giappone), impreziosendo il tutto con visioni estreme, erotismo d’annata e critiche feroci all’ipocrisia e falsità del cattolicesimo dell’epoca. Alla fine del XVII secolo, con la peste che devasta l’Italia, Benedetta Carlini, di buona famiglia, si unisce al convento di Pescia, in Toscana, come novizia. Capace fin dalla tenera età di compiere miracoli, o presunti tali, l’impatto di Benedetta sulla vita della comunità è immediato, finendo per attirare su di sé invidie da alcuni e ammirazioni da altre. Quando nel convento giunge come novizia Bartolomea, salvata dalla famiglia di Benedetta dalle tirannie della sua famiglia, tra le due sboccia l’amore, tenuto però gelosamente in segreto dal resto del convento. Benedetta nel frattempo alterna visioni estreme ad altre in linea con la chiesa, trascinando su di sé l’ira della badessa e delle suore a lei vicina, soprattutto quando il popolo, falcidiato dalla peste, vede in lei una nuova luce di speranza …… Tratto dal saggio ‘Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia’ di Judith C. Brown, il film è ispirato alle vere gesta di Benedetta Carlini, suora e religiosa divenuta celebre nel XVII secolo grazie a visioni e soprattutto per il suo rapporto omosessuale con la novizia Bartolomea. Paul Verhoeven abbraccia al meglio visioni ed orientamento sessuale di Benedetta per dare vita ad un film nuovo ma ricco di fascino antico, attingendo a piene mai da stilemi ed estetiche classiche degli anni ’70. Senza mai scendere nella volgarità, mette in piedi un’atmosfera ricca di erotismo da una parte e di forte profanazione dall’altra, attraverso sogni surreali di forte impatto estetico, resi poderosi da un’interpretazione carnale e mistica piacevolmente coinvolgente da parte della protagonista, interpretata da Virginie Efira, e soprattutto da parte della sua amata Bartolomea, una sensualissima Daphne Patakia. Altro punto centrale della storia, l’opportunismo ipocrita della Chiesa, diverso da quello attuale ma non proprio così lontano da esso. Reso al meglio da altre due interpretazioni supreme, la badessa interpretata da una sempre impeccabile Charlotte Rampling, ed il viscido abate, un sempre ottimo Lambert Wilson. Tra scene lesbo, torture, visioni surreali, scene di massa impregnate di sangue e carne putrefatta, siamo al cospetto ad un film quasi alieno per la nostra contemporaneità. Proprio per questo, alcune dinamiche faranno storcere il naso a chi apprezza di più pellicole estreme degli anni 2000. Per chi ha amato film nunsploitation come FLAVIA L’ERETICA o mistico religiosi come LA MONTAGNA SACRA, troverà in BENEDETTA in grandioso ritorno ai fasti un tempo del cinema estremo dei gloriosi anni ’70, dove sacro e profano si incrociavano con ferocia e … senza veli. Una pellicola che conferma quanto Benedetta risulti essere una delle figure più controverse e bizzarre della storia cattolica italiana del XVII secolo. Astuta, opportunista e ben conscia dei suoi tempi ma proiettata al futuro!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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