CHOCOLATE STRAWBERRY VANILLA (2013) di Stuart Simpson

L’Australia (noi estremi lo sappiamo bene) è terra assai fertile per quanto concerne pellicole horror, weird e black comedy. Un bel concentrato di queste tre ‘categorie’ è il secondo lungometraggio del regista australiano Stuart Simpson. Un’opera energica dal titolo stravagante (ne scopriremo il perché solo alla fine) e maledettamente accattivante, capace di divertire ma senza trascurare tematiche sociali ed esistenziali delicate come il bullismo, la tossicodipendenza e la solitudine. Saranno quest’ultime le solide basi di questo brillante film, focalizzato perennemente su una figura complessa e simile ad una pentola pressione, vittima di perenni umiliazioni sin dall’infanzia ma ….. destinata inevitabilmente ad esplodere. Warren Thompson, un solitario gelataio ambulante, è ossessionato dagli spaghetti western di Sergio Leone e dalla protagonista di una soap opera di serie B. Warren, zoppo e timido, è incapace di instaurare rapporto affettivi con gli altri, figuriamoci con le figure femminili. Il suo apice giornaliero è fantasticare su improbabili avventure western con lui protagonista e masturbarsi sulla bella della serie tv sopracitata. Quando tutto sembra andare storto con la morte del suo amato felino da compagnia, per caso l’attrice tanto desiderata capiterà nel suo quartiere per mangiare un gelato nel suo baracchino ambulante, Warren, messo a dura prova da un pappone/bullo della zona, penserà che finalmente la ruota della sua misera vita virerà finalmente verso un radioso presente e luminoso futuro quando lei accetterà il suo invito a cena …. Con l’aspetto estetico vagamente ispirato ad Adolf Hitler, il nostro Warren ci costringerà a patteggiare per lui sin dall’inizio, ancora di più quando scopriremo i torti subiti in passato (grazie ad un video diario quotidiano amarissimo). Demoni adolescenziali che continueranno a torturalo anche ora da adulto. La sua unica fuga dalla realtà (e sfogo ‘sessuale’) sarà questo fantomatica soap opera sfigatissima, che finirà, assieme alla sua passione per Clint Eastwood e gli spaghetti western di Leone, per dare vita a fantasie irrefrenabili e surreali su improbabili rivincite nei confronti di chi lo tortura e di chi lo sbeffeggia quotidianamente. Caratterizzato da una ironia grottesca che sfiora il trash, il film non perde mai la bussola, alzando l’asticella nel finale sotto tutti i punti di vista: dalla consapevolezza amara delle sue visioni adolescenziali ad occhi aperti, fino a trovare quel coraggio (anche se folle) tanto desiderato nelle sue amate VHS western. CHOCOLATE STRAWBERRY VANILLA è l’ennesimo gioiello estremo sfornato dal cinema ozploitation del decennio scorso! Imperdibile !! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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